Digg introduce importanti novità nella sua piattaforma di advertising. Obiettivo principiale: dare l’impressione ai visitatori, soprattutto quelli casuali, che la pubblicità e i contenuti siano un tutt’uno perché condivideranno il sistema di votazione che ha favorito la crescita di popolarità del portale.
Attualmente su Digg si votano le “storie”, i link, le notizie e i siti web segnalati dagli utenti della community, e le storie più votate (o quelle spinte dai discussi “power digger”, capaci di movimentare un fitto network di relazioni) finiscono in homepage con conseguente riversamento di decine (o anche centinaia) di migliaia di contatti quotidiani verso quella storia, quel link o quel sito web. Se il piano annunciato dal chief strategy officier Mike Maser sul blog corporate andrà in porto, con lo stesso sistema si potrà votare e giudicare l’advertising visualizzato contestualmente ai contenuti veri e propri.
Al contrario di quanto succede con i contenuti, però, nell’ultimo caso il meccanismo di “digging” funziona in maniera speculare, per cui a un maggior numero di voti corrisponderà non già un aumento bensì una riduzione di costi per la visualizzazione degli ad , mentre nell’eventualità opposta all’inserzionista verrà chiesto un esborso maggiore.
Il social networking conquista l’advertising e c’è ovviamente il rischio di tramutare il tutto in una corsa all’affossamento (“burying” nel linguaggio di Digg) della pubblicità per il solo fatto di essere tale. Ci sono insomma buone possibilità che il servizio, in via di introduzione nei prossimi mesi, fallisca miseramente gli obiettivi prefissati.
Ma anche se il rischio è alto Digg non può che correrlo per espandere le proprie possibilità di fare cassa : lo scorso aprile si è concluso l’ accordo esclusivo con Microsoft per la somministrazione di advertising sul portale, e attualmente la dot.com sfrutta una forza di vendite interna in sostituzione del network di Redmond.
Alfonso Maruccia