Web (internet) – Sapremo mai la verità su Echelon? Ieri Wired ha fatto uno scoop pubblicando la notizia secondo cui un ricercatore americano avrebbe individuato la prova dell’esistenza di Echelon sui documenti desecretati della National Security Agency , l’intelligence americana.
Stando alla ricerche di Jeffrey Richelson, il sistema di controllo delle comunicazioni internazionali sarebbe nato dall’evoluzione di un rapporto stretto tra le intelligence britannica e americana. Ma Echelon non sarebbe il mostro di cui a lungo si è parlato.
Secondo Richelson, nel documento della NSA si indica come facente parte di Echelon una installazione di sorveglianza presso la base navale americana di Sugar Grove, in West Virginia. Una sorveglianza che, nel documento, la NSA ordina sia eseguita “in assoluto rispetto della privacy dei cittadini”. Quindi, sostiene Richelson, “se questo è Echelon” allora i timori sulla privacy dei cittadini e sullo “spionaggio totale” paventato da alcuni sarebbero infondati.
Wired ha tentato inutilmente di avere dalla NSA qualche commento sulla questione ma si è dovuto accontentare di pubblicare le parole di Micheal Jobs, alto dirigente della NSA, che la settimana scorsa proprio parlando di Echelon aveva affermato che “la nostra policy vieta chiaramente ogni attività lesiva della privacy dei cittadini. Una policy che abbiamo sempre seguito scrupolosamente”.
Ma nel pomeriggio di ieri sono arrivate nuove notizie dall’europarlamento, notizie che potrebbero indurre a ritenere che Richelson abbia agito per conto dell’intelligence americana, per depistare tutti su Echelon.
L’agenzia di stampa italiana ANSA ha infatti affermato di aver avuto in anteprima una copia del rapporto della divisione STOA dell’europarlamento su Echelon. Lo STOA da tempo si occupa di indagare sulla questione per conto del Parlamento di Strasburgo.
Dal rapporto STOA si evincerebbe, dice l’ANSA, non solo che Echelon esiste davvero ma che qualsiasi comunicazione internazionale è a rischio. Non sfuggirebbe ad Echelon tutto quello che va dal telex al telefono passando per fax, internet, comunicazioni militari, messaggi diplomatici crittati e via peggiorando. Tutto può essere intercettato dal sistema di controllo.
Il “rapporto bomba” dello STOA verrà esaminato il 22 febbraio dal Parlamento Europeo. Un rapporto secondo cui le nazioni del progetto Ukusa (USA, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda), che controllerebbe Echelon, avrebbero avuto accesso ad “informazioni fondamentali sul piano economico” che avrebbero consentito loro di “conquistare una posizione più interessante sui mercati commerciali”.
Il rapporto sottolineerebbe anche che i paesi aderenti, per sostenere gli immensi costi tecnologici e di innovazione del sistema, avrebbero riversato su Echelon una cifra compresa tra i 15 e i 20 miliardi di dollari ogni anno. Ed è evidente che se lo STOA ha indagato bene, le conseguenze di uno scenario da Grande Fratello anglofono sui rapporti internazionali potrebbero essere disastrose.