Baltimora (USA) – Dopo diversi giorni di trattative, Microsoft e Sun hanno finalmente raggiunto un accordo sul “caso Java”. Le due aziende hanno infatti stilato una proposta per il tribunale che definisce nei dettagli le modalità con cui il big di Redmond adempirà all’ ingiunzione preliminare che la obbliga ad includere Java in Windows.
Il giudice distrettuale J. Frederick Motz, che la scorsa settimana ha intimato a Microsoft di adempiere al proprio obbligo entro 120 giorni, ha già fatto sapere di aver approvato la proposta presentata da Sun e Microsoft e ha annunciato che inizierà a conteggiare i quattro mesi concessi al big di Redmond a partire dal 4 febbraio.
Come si ricorderà, l’ordinanza è arrivata dopo che lo scorso dicembre Motz aveva emanato un’ingiunzione con cui obbligava Microsoft, pur senza specificare i termini e i modi per l’adempimento, ad includere la versione di Java sviluppata da Sun in ogni futura copia di Windows XP ed Internet Explorer e nel prossimo Service Pack 2.
Mediando fra le posizioni di Sun e quella di Microsoft, Motz ha ritenuto ragionevole stabilire un termine temporale, affinché Microsoft adempia all’ingiunzione, di 120 giorni, concedendo a quest’ultima altre due settimane di tempo per presentare l’appello: a tal proposito il giudice distrettuale ha affermato che non intende attendere l’esito dell’appello per applicare l’ingiunzione e che le due settimane di tempo concesse a Microsoft sono solo una cortesia fatta nei confronti della corte d’appello.
Ieri Motz ha ordinato a Microsoft di rendere disponibile come “download raccomandato” il Java Run-time Environment (JRE) entro 30 giorni dalla data di ricevimento della versione aggiornata di Java sviluppata da Sun. Microsoft dovrà notificare la disponibilità della JRE ai propri utenti attraverso tutti i propri servizi di aggiornamento.