“La mia previsione a breve termine è che Marte sarà terraformato “: è quanto ha dichiarato Lowell Wood , un noto fisico del prestigioso Lawrence Livermore National Laboratory ( LLNL ), sulle pagine di Space.com . E per breve termine, lo scienziato intende quasi dopodomani: entro la fine del ventunesimo secolo il pianeta rosso potrebbe essere diventato un luogo ameno dove passare le vacanze o trasferirsi.
Per il fisico, terraforming significa “l’ alterazione intenzionale di un ambiente fisico per aumentarne l’abitabilità per l’uomo”: qualcosa di simile è già stato compiuto dalle popolazioni che abitano la Terra, che hanno modificato e continuano a modificare la morfologia del terreno, la flora e la fauna di dove abitano per uniformarle ai propri desideri.
Modificare la struttura di Marte sarebbe anche più facile che lavorare sulla Luna: “Un gioco da ragazzi” secondo Wood, poiché basterebbe un minimo effetto serra prodotto artificialmente per tirare fuori il pianeta dalla “depressione termica” semipermanente in cui si trova in questo momento. In soli trenta anni al massimo sarebbe possibile far esplodere una ” grande primavera ” sul pianeta rosso: tracciare un progetto che allo stesso tempo innalzi la temperatura e renda l’aria gradualmente più respirabile, sarebbe oggi alla portata degli scienziati.
Secondo Wood, entro la fine del secolo saremo comunque in grado di eliminare i fastidiosi contrattempi che ci impediscono di colonizzare Marte: l’atmosfera ricca di biossido di carbonio, creata per innalzare la temperatura, sarà mutata in una miscela respirabile per gli esseri umani, così come saranno controllabili le attuali stagioni climatiche estreme che caratterizzano il pianeta.
Sebbene al momento questo tipo di scenario difficilmente riscuoterà l’interesse degli investitori, Wood resta ottimista: “Credo ci sia il 50 percento di possibilità che i bambini di oggi possano passeggiare su Marte o nuotare in un lago marziano”, ha detto ad una scolaresca in Colorado, descrivendo il terraforming come una sorta di impulso primario dell’umanità destinato a raggiungere qualsiasi corpo celeste del sistema solare che sarà alla nostra portata.
L’idea è stata accorta con un certo entusiasmo in rete. C’è chi si domanda quanto dovremo attendere per vedere messa in pratica questa idea, chi pone dei vincoli all’intervento umano se dovessimo scoprire forme di vita (anche soltanto batteri) su Marte, e anche chi resta molto scettico . C’è persino chi propone delle cervellotiche alternative, ipotizzando la colonizzazione degli asteroidi.
È indubbio che la visione di Wood non sia del tutto originale: ma si tratta di uno dei primi casi in cui uno scienziato affermato avanzi delle proposte precise e stili un calendario per fissare delle scadenze. La prospettiva di potersi spostare da un mondo all’altro è affascinante , e richiama alla mente titoli storici come l’indimenticabile Alpha Centauri di Sid Meier .
E se per accelerare il processo dicessimo alle industrie che su Marte si può inquinare a volontà ? Probabilmente avremmo in un batter d’occhio tutti i gas serra che ci servono.
Luca Annunziata