Il messaggio è stato tra i più espliciti: quella dei maggiori provider d’Albione dovrà essere una santa alleanza, nella grande crociata contro la pornografia online. A lanciare l’appello è stato Ed Vaizey, ministro britannico delle Comunicazioni, alto rappresentante di un governo ormai allarmato.
Grandi fornitori di connettività come British Telecom , Virgin Media e TalkTalk dovranno quindi presentarsi ad una riunione annunciata per i prossimi mesi – si parla di febbraio 2011 – affinché si arrivi ad una sorta di autoregolamentazione mirata all’esclusione dei siti pornografici dagli schermi di milioni di abbonati .
Una misura urgente e assolutamente necessaria, almeno secondo i vertici del Department for Business, Innovation and Skills . La sana e robusta costituzione morale dei minori del Regno Unito sarebbe quotidianamente minacciata dalla proliferazione di spazi virtuali totalmente dediti ai contenuti pruriginosi.
E le autorità d’Albione sembrano voler puntare su una sorta di sinergia tra i provider, in modo da evitare un altrimenti frettoloso intervento legislativo . L’idea del ministro Vaizey è di trovare una soluzione immediata per poi pensare in grande entro due anni, quando verrà introdotta una nuova proposta di legge sulle comunicazioni britanniche.
Quale idea di fondo per le autorità britanniche? Obbligare gli utenti a richiedere l’accesso (opt-in) ai vari contenuti pornografici , in modo da evitare che i minori vengano esposti. Una tecnologia certo costosa, come sottolineato in coro dai provider del Regno Unito.
Le critiche da parte degli ISP non sono infatti mancate. Virgin Media ha sottolineato come le attuali tecnologie di parental control siano del tutto sufficienti per tenere i minori alla larga dal sesso online. Un rappresentante di TalkTalk ha poi spiegato come la sua azienda sia al servizio dei propri utenti e non dei rappresentanti politici britannici.
Mauro Vecchio