Fonti locali riportano che un numero imprecisato di account Gmail sudafricani sarebbe stato recentemente coinvolto in una violazione, di cui non sono stati resi noti i dettagli, estesa a livello globale che avrebbe riempito di spam centiania di caselle di posta elettronica marchiata BigG.
Gli attacchi alle strutture di Google ormai non sono una novità, ma per alcuni esperti sudafricani è ora di fare luce sui rischi derivati dall’utilizzo su larga scala di servizi in cloud computing . Per Manoj Bhoola, country manager di HP, la successione di eventi simili non può fare altro che ostacolare la diffusione del cloud computing nella repubblica sudafricana: un processo che sempre secondo Bhoola è inevitabile soprattutto dal punto di vista economico.
Al momento i netizen sudafricani ammontano a circa 4,6 milioni (un decimo della popolazione) e per gli esperti di sicurezza informatica il rischio di trovarsi in mezzo al fuoco incrociato dei cybercriminali non sarebbe così consistente, almeno per ora.
Tuttavia le previsioni indicano che nel 2015 gli utenti saranno almeno dieci milioni , molti dei quali – ha spiegato Steven Ambrose, di World Wide Worx Strategy – andranno in cerca proprio di servizi cloud: “Il rischio – ha concluso – è che nei prossimi quattro anni il totale delle frodi informatiche possa raddoppiare”.
Giorgio Pontico