Roma – Non passa giorno che su Usenet e sui forum disponibili in rete migliaia di utenti italiani non parlino del DL Urbani e del provvedimento in discussione al Senato, già approvato dalla Camera, che dovrebbe portare alla sua conversione in legge. Il fronte della protesta contro questa normativa si allarga e il senatore dei Verdi Fiorello Cortiana si è esplicitamente rivolto al popolo della rete per ottenere un aiuto fattivo nella preparazione della campagna di ostruzionismo parlamentare contro il provvedimento, campagna intitolata Affonda Urbani .
In una breve chiacchierata con il direttore di PI sulla questione, Cortiana ha descritto cosa sta accadendo. Ecco qualche botta e risposta.
Paolo De Andreis: Il tuo sito fornisce da qualche tempo informazioni e link ma ora, con la questione del DL Urbani, sta diventando centrale per combattere quel provvedimento al Senato. Vi stanno contattando in molti?
Fiorello Cortiana: Negli ultimi giorni, da quando, sul sito www.fiorellocortiana.it abbiamo chiesto aiuto contro il Decreto Urbani abbiamo avuto una vera e propria esplosione. Siamo passati da poche decine a più di mille visite al giorno. E’ un segnale importante nel metodo e nel merito. Nel metodo, perchè dimostra che la rete internet è una inesplorata risorse democratica, che aiuta chi deve decidere a sapere cosa pensano alcune delle migliaia di persone che mi hanno eletto.
PDA: La campagna “Affonda Urbani” chiede la partecipazione e i suggerimenti degli utenti per preparare emendamenti al testo per Commissione ed Aula. Credi che possa essere decisivo l’aiuto di chi vi segue dal Web per rendere più forte la tua azione parlamentare? Come viene vissuta dai tuoi colleghi parlamentari?
FC: Assolutamente sì, per due diversi motivi: L’ostruzionismo è una pratica che si fonda sulla capacità di presentare una quantità enorme di emendamenti , il più possibile. Una cosa è se li organizza solo l’ufficio legislativo dei Verdi, ben altro se è il prodotto di una intelligenza collettiva .
Ma l’altro elemento è la pratica della democrazia diretta. Questo in fondo piccolo esperimento mi affascina, perchè dimostra che c’è un mondo, il mondo digitale, che puo’ ridare senso all’agire comune.
PDA: Sul piano operativo come vi state muovendo?
FC: Giovedì alle 19.00 si chiuderà la presentazione emendamenti.
Mercoledì inviero’ i testi arrivati a tutti i colleghi, nella speranza che capiscano il valore di questo esperimento democratico e sottoscrivano gli emendamenti del “popolo della rete”.
PDA: Quali sono le modifiche più importanti che cercherai di ottenere in Senato anche grazie all’aiuto degli utenti Internet che ti stanno dando una mano?
FC: La questione centrale è la modificazione della dizione “trarne profitto” al comma 2 e 3 dell’articolo 1 con “scopo di lucro” .
La prima dizione rischia di mandare in galera milioni di persone, perchè si scaricano un file mp3. Se accettano questa modifica, e tolgono la criminalizzazione di massa degli utenti, sono pronto a discutere di tutto con serenità. Ho già cominciato a porre il problema in Commissione Cultura.
Oltre a questo, che è il punto centrale, sono convinto che tutto l’articolo 1 debba essere ritirato e che si debba fare una legge seria, che abbia un normale corso parlamentare e che affronti la materia. Questo perchè gli errori sono svariati: dalla tassa sui masterizzatori al bollino per come è ingegnato, alla differenza tra prodotti commerciali e prodotti public domain, come il software libero.
PDA: La rete, come il suo funzionamento, è sempre più centrale nella società presa nel suo complesso, una centralità destinata ad aumentare nel tempo. Provvedimenti destinati ad impattare pesantemente sull’utilizzo di Internet non dovrebbero sempre seguire percorsi che consentano analisi approfondite, confronti, pubbliche consultazioni? Tra l’altro, come già succede in tante strutture di autogoverno di Internet, proprio la consultazione via Internet dell’utenza e degli operatori porta spesso a importanti miglioramenti e correzioni.
FC: Oggi la rete e la società dell’informazione non sono un settore, ma un mondo, con propri codici e condotte. Faremo presto una proposta perchè le Istituzioni si dotino degli strumenti per capire come funziona quel mondo.
Ma vorrei anche continuare quel piccolo esperimento nato dal Decreto Urbani.
A breve vorrei che qualcuno costruisse un software capace di consentire via web di proporre emendamenti, ordini del giorno e proposte di legge .
Lo vidi già con la legge sul software libero: la collaborazione di decine di persone attraverso la rete ha prodotto una proposta di testo normativo che ha ricevuto i complimenti di diversi uffici legislativi che lo hanno “usato”, primo tra tutti il nostro ufficio a Bruxelles.
PDA: Credi che altri parlamentari del tuo gruppo seguiranno il tuo esempio di un dialogo diretto e continuo via Internet?
FC: Già esiste il sito Ecquologia.it , ma ancora il coinvolgimento di chi lo usa è debole.
Spero che il gruppo dei Verdi e il centrosinistra capiscano che la partecipazione diretta , e non siti vetrina fatti a poche settimane dalle elezioni, sono quello che ci consente davvero di rappresentare le volontà degli elettori.
Tanto che sono convinto che vadano aperte le “sezioni online” ; se sono morte le sezioni, non è morta la voglia di partecipare dei cittadini.
Si segnala, infine, che sul provvedimento di conversione del decreto legge Urbani, i Verdi hanno organizzato una conferenza stampa che si terrà giovedì 6 maggio dalle 11.30 presso la Sala Gialla del Senato a Palazzo Madama a Roma. Alla conferenza, moderata da Beppe Caravita, parteciperanno, tra gli altri, anche Gabriella Carlucci di Forza Italia relatrice del provvedimento alla Camera, Paolo Nuti di AIIP , Enzo Mazza della FIMI . Giacca e cravatta obbligatorie per la partecipazione.