Washington (USA) – Il quasi dimenticato progettone ENUM non finirà tra le tanti brillanti idee lasciate marcire su scrivanie ammuffite. Lo promettono gli americani che hanno deciso di occuparsi del numero identificativo globale perché si sono accorti che vuol dire convergenza, cioè risparmio, efficienza, velocità, sicurezza, ordine e controllo.
Il numero che preoccupa gli australiani è infatti al centro di una raccomandazione del ministero del Commercio con cui si chiede l’intervento diretto dell’amministrazione americana nello sviluppo dello standard ideato dalla Internet Engineering Task Force .
ENUM, si legge in un documento del ministero statunitense, ha la possibilità di “facilitare la convergenza dei network di comunicazione, collegando indirizzi email, numeri telefonici, numeri di fax e numeri di cellulare per l’utilizzo privato o business”. L’idea di fondo di ENUM, infatti, è quella di un sistema capace di tradurre qualsiasi comunicazione in uno scambio tra due numeri identificativi globali che non risentano del media utilizzato per trasmettere e ricevere un messaggio.
Il supernumero, su cui in Italia H3G sta da tempo spingendo il ministero delle Comunicazioni, viene oggi sviluppato e “lavorato” presso la ITU (International Telecommunication Union) e lo IAB (Internet Architecture Board), ai quali partecipano scienziati ed esperti di molti diversi paesi.
Al momento, sono 13 i paesi che hanno iniziato a lavorare su ENUM per prevedere sperimentazioni e progetti pilota. Tra questi, almeno fino a questo momento, non c’è l’Italia.