Roma – La Gospel Music Association americana non ha più dubbi: gli appassionati di gospel, di musica cristiana o di produzioni di musica sacra, utilizzano abbondantemente il peer-to-peer per scambiarla con utenti di tutto il mondo. E ne sono felici.
La singolare rilevazione si deve ad una società dedicata a cui l’Association ha chiesto di indagare. Stando al Dallas Morning News , che per primo ha riportato le dichiarazioni dell’industria musicale cristiana, sono anche numerosi i CD che vengono masterizzati in modo abusivo con la copia illegale di brani spesso scaricati da internet.
Ciò che forse colpisce di più l’Association, però, è che solo il 10 per cento dei giovani cristiani intervistati dagli autori dello studio per capire l’estensione del fenomeno ha dichiarato di ritenere la pirateria moralmente sbagliata . Il 64 per cento di loro ha anche ammesso di aver scaricato musica via internet o di aver realizzato copie su CD.
Va detto che l’industria della musica cristiana ha visto calare le vendite l’anno scorso del 5,2 per cento e ha dovuto tagliare del 10 per cento la forza lavoro del settore. Si tratta di dati del tutto analoghi a quelli registrati dall’industria musicale nel suo complesso e l’Association li attribuisce tanto alla congiuntura economica quanto, appunto, alla pirateria via internet e alla masterizzazione illegale.
Barry Landis, presidente della Word Records , una etichetta di settore, ha dichiarato al giornale texano che “uno non ruberebbe mai delle Bibbie per darle via, allo stesso modo uno non dovrebbe mai dar via in giro musica cristiana rubata”.
Di interesse il fatto che queste rilevazioni, che a quanto pare hanno sorpreso l’industria di settore, arrivino a pochi giorni dall’apertura del grande festival della Gospel Music . Ai reporter, gli artisti che producono musica cristiana hanno preferito non rispondere sull’argomento. Uno di loro ha però fornito una spiegazione: “Non possiamo fare come Christina Aguilera e prendercela a morte. Seguiamo le orme di Cristo e porgiamo l’altra guancia”.