Ad appena quattro giorni da quando la Commissione Europea ha presentato il proprio piano di transizione sulle tariffe della telefonia mobile da applicare all’estero (che dovrebbero azzerarsi del tutto dal giugno 2017), venerdì scorso ecco arrivare il dietro front. La proposta viene ritirata e il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ne ordina la revisione.
In una nota , la Commissione afferma che sarà presentata a breve una nuova proposta, e che dal 2007 a oggi le regole della UE hanno già portato a una riduzione degli oneri per il roaming del 90 per cento. “Contrariamente a quanto dicono alcuni media, gli oneri per il roaming spariranno completamente da giugno 2017. Punto”, ha dichiarato perentoriamente il portavoce della Commissione, Alexander Winterstein, in una conferenza stampa.
Gli aspetti tecnici del provvedimento non sarebbero però “abbastanza soddisfacenti”, ha spiegato Winterstein senza fornire ulteriori informazioni.
Roaming charges will end in June 2017.
Latest on ‘fair use policy’ ➡️ https://t.co/VQoukmV9Kz pic.twitter.com/hmcIIK4qHo– European Commission (@EU_Commission) 9 settembre 2016
Tra i vari punti, la proposta prevedeva, in attesa dell’azzeramento definitivo, che la cancellazione delle tariffe per chi viaggia all’estero sarebbe stata limitata a 90 giorni. Troppo poco per il responsabile per gli affari economici e legali dei consumatori europei del Beuc, Guillermo Beltrà: “ci aspettiamo che il ritiro della proposta della Commissione UE significhi che torni alla lavagna per disegnare nuove regole tarate sugli interessi a lungo termine dei consumatori. E che la fine dei sovrapprezzi del roaming significhi davvero la fine dei sovrapprezzi del roaming”. Secondo Beltrà , la proposta della Commissione “non garantiva la fine del roaming come era stata promessa ai consumatori, e non era abbastanza ambiziosa per costruire un reale mercato unico digitale”.
Sulla vicenda era intervenuto proprio il vicepresidente per il mercato unico digitale della Commissione Europea, Andrus Ansip, secondo il quale i 90 giorni di fair use previsti dalla proposta ritirata equivalevano alla scomparsa del roaming “per la maggior parte degli europei”, visto che, aveva fatto notare, i cittadini della Ue viaggiano all’estero in media per un periodo inferiore, ovvero solo 12 giorni all’anno.
Dal canto suo, il portavoce di Juncker ha ricordato che per oltre un decennio si è lavorato sodo per ridurre i costi di roaming per i consumatori europei e che quando il Parlamento europeo e il Consiglio, nello scorso ottobre, hanno approvato la decisione di cancellare definitivamente le tariffe dal giugno 2017 avevano chiesto alla Commissione di “definire le misure per prevenire gli abusi, ovvero l’uso di tali vantaggi tariffari per periodi superiori a quelli dei viaggi periodici”. Da qui i 90 giorni della proposta che ora è stata rimessa in discussione.
Pierluigi Sandonnini