Un migliaio di Classmate PC , per l’esattezza 1.050, arriveranno nelle classi vietnamite grazie ad una generosa donazione di Intel, già attiva nel paese asiatico con un investimento da un miliardo di dollari .
“Si tratta di un importante passo verso il nostro obiettivo a lungo termine di realizzare un modello di apprendimento tecnologico ” ha detto Nguyen Thien Nhan, ministro dell’educazione: “Riteniamo questa un ottima occasione per integrare la tecnologia nel curriculum educativo di base”.
I notebook finiranno per la maggior parte nelle scuole frequentate dalle minoranze etniche del paese, come quelle presenti nelle province di Bac Giang e Thua Thien-Hue. Una cinquantina di laptop sono destinati invece ad una scuola superiore di Saigon (oggi conosciuta come Ho Chi Minh City), per vagliare l’efficacia di un programma pilota per l’istruzione tecnologica. Un programma simile era già quasi naufragato negli USA .
“La sfida per gli abitanti dei paesi in via di sviluppo include l’ accesso alla tecnologia ” ha dichiarato Sean Maloney, vicepresidente della divisione Sales e Marketing di Intel: “Intel lavora a rendere la tecnologia più accessibile a più persone in tutto il mondo”.
L’accordo firmato da Intel e governo vietnamita include inoltre corsi di formazione per 300mila insegnanti entro il 2009, e fa parte del programma World Ahead della azienda americana per abbattere il gap tecnologico dei paesi emergenti.
Cosa si cela dietro l’ improvvisa generosità di una azienda nata per creare profitti? Una possibile interpretazione viene fornita da The Inquirer : la mossa di Santa Clara mira a fidelizzare ulteriormente il già battuto mercato vietnamita. Il prodotto Intel si basa inoltre interamente su tecnologie proprietarie , in netto contrasto con prodotti come lo XO di Negroponte.
Distribuendo esemplari gratuiti dei propri prodotti Intel mira a colonizzare un mercato emergente , sostiene Engadget , sponsorizzando tra l’altro il suo ingresso nel WTO : e se al momento, visto il reddito procapite dei cittadini vietnamiti, guadagnare dalle vendite appare improbabile, i futuri investimenti statali in materia IT saranno quasi sicuramente appannaggio del benefattore di turno.
Il Vietnam resta poi una repubblica socialista , con un regime piuttosto severo in fatto di libertà individuali: entrare nel mercato interno attraverso la porta di servizio, offrendo un migliaio di laptop, potrebbe garantire a Intel la certezza che l’ investimento compiuto per realizzare un impianto industriale sia al sicuro da rappresaglie politiche.
Senza contare che la manodopera vietnamita è tra le meno costose del mondo, e che un miglioramento del livello di istruzione permetterebbe sul lungo periodo di contare su tecnici specializzati locali , destinati a costare molto meno di un loro equivalente americano o europeo.
Luca Annunziata