L’ Università Statale dell’Ohio colpisce ancora: in vista dei viaggi lunari attesi per il 2015-2020 c’è chi briga per far sì che gli astronauti dispongano di GPS . L’idea è impedire che gli astronauti, nel gironzolare sulla superficie lunare, possano finire per perdere l’orientamento.
Sul satellite naturale della Terra, infatti, non ci sono… satelliti idonei alla localizzazione: per questa ragione NASA ha stanziato 1,2 miliardi di dollari nei prossimi tre anni. L’obbiettivo è sviluppare un sistema di navigazione lunare il cui impiego risulti simile al GPS. Unica differenza sarà che i segnali di riferimento non proverranno da satelliti in orbita bensì da beacon , telecamere ed eventuali sensori terrestri lunari od orbitali.
Il sistema progettato dai ricercatori dell’Ateneo in collaborazione con molte personalità del mondo scientifico, è stato battezzato LASOIS (Lunar Astronaut Spatial Orientation and Information System). Creerà una mappa della superficie lunare servendosi delle immagini catturate dai satelliti e dalle fotografie locali. Quindi, sui veicoli lunari e sugli astronauti stessi, appositi sensori di moto consentiranno ai computer di calcolare la posizione facendo riferimento ai segnali emessi, appunto, da beacon e altri strumenti disseminati sulla Luna. Il risultato finale sarà molto simile a quello fornito dagli omologhi strumenti terrestri, quali il GPS.
Il progetto è stato illustrato dal professor Ron Li qualche giorno fa alla NLSI Lunar Science Conference , tenutasi presso il NASA Ames Research Center di Moffett Field , in California.
Con questo progetto “aiuteremo nella navigazione, ma sosterremo anche la salute degli astronauti – spiega Li – Vogliamo evitare lo stress di perdersi o le frustrazioni derivanti dall’impiego di strumenti complessi. La perlustrazione lunare non è solo un problema tecnologico, ma anche biomedico”.
Il luminare ha infatti ricordato uno degli incidenti occorsi durante le ultime missioni lunari: gli astronauti si stavano spostando verso un cratere a poca distanza ma, a causa del terreno difficoltoso (privo di riferimenti, ndr), non hanno potuto raggiungerlo. “Erano vicinissimi, ma son dovuti tornare indietro per motivi di sicurezza”.
Marco Valerio Principato