Roma – Per gli appassionati del RISC è una notizia ottima: i processori SPARC, da quasi 25 anni vero cavallo di battaglia dell’hardware prodotto da SUN, resteranno in vita e anzi verranno rilanciati. A confermarlo è il nuovo patron dell’azienda californiana, il CEO di Oracle Larry Ellison, che ha ribadito l’intenzione di investire in una piattaforma che racchiuda tutto il know how risultante dalla fusione tra le competenze delle due aziende: l’obiettivo è essere in grado di offrire un pacchetto completo, hardware e software, così come oggi sono in grado di fare HP e IBM. È questo l’obiettivo che Oracle si pone oggi, e che difenderà a tutti i costi anche davanti alle prime difficoltà che affiorano in queste ore.
La prima, quella un po’ più seria, riguarda la violazione di una legge statunitense in materia di corruzione all’estero: il Foreign Corrupt Practices Act regola il comportamento delle aziende a stelle e strisce fuori dai confini nazionali, e in particolare impone il divieto assoluto di utilizzare mezzi di corruzione economica per ingraziarsi un governo al fine di sviluppare il proprio business in quel paese. SUN, in una notifica fatta pervenire all’organo di controllo della Borsa USA (SEC), ha rivelato di essere venuta a conoscenza di una violazione della legge: autodenunciandosi, l’azienda spera probabilmente di limitare i danni.
Nessuna precisazione ulteriore viene fornita riguardo a dove e come la legge sarebbe stata violata: SUN dichiara solo di essere venuta a conoscenza di questo fatto lo scorso anno, di aver avviato un’indagine interna avvalendosi di un consulente esterno, di aver preso tutte le contromisure necessarie per rimediare a quanto successo. Il Dipartimento di Giustizia statunitense (DoJ), inoltre, è stato informato degli avvenimenti e starebbe a sua volta procedendo alle indagini di rito: nel caso dovesse essere rilevata un’infrazione, tra l’altro SUN rischierebbe di essere esclusa dagli appalti pubblici a stelle e strisce che costituiscono una buona fetta dei suoi introiti.
La faccenda, emersa a detta di SUN prima dell’accordo con Oracle (evidentemente l’azienda di Larry Ellison ha ritenuto ininfluente la notizia), rischia quindi di complicare la faccenda fusione: e dire che l’operazione era stata salutata con favore dagli osservatori, che giudicano irrilevante o quasi il fattore antitrust in questo caso (e che invece si dimostra spesso l’ostacolo principale di questi accordi ad alto livello). Ma non si tratta dell’unico impedimento da superare. Almeno in tre diversi casi degli azionisti di SUN hanno fatto ricorso contro la decisione del consiglio di amministrazione di procedere alla vendita : tre diverse mozioni sono state presentate in tribunale.
Stando a quanto si è appreso , gli attori ritengono insoddisfacenti i termini dell’accordo stipulato poche settimane fa: secondo le indiscrezioni, i ricorrenti non avrebbero gradito la valorizzazione del titolo attorno ai 9,5 dollari, di gran lunga inferiore a quanto da loro pagato ai tempi dell’entrata nel capitale aziendale, quando un’azione SUN valeva oltre 20 dollari. Per questo, come si legge in un’altra comunicazione alla SEC, l’accordo viene definito “ingiusto e inadeguato” mentre i manager avrebbero “violato l’accordo fiduciario” esistente tra gli azionisti e il management.
Difficile comprendere se, in questo caso, le accuse reggeranno al vaglio della corte: gli analisti si dichiarano scettici su questo punto, ma è indubbio che le complicazioni di questo tipo non gioveranno alla ristrutturazione che senz’altro Ellison sta preparando e che inevitabilmente porterà a qualche taglio nell’organico e nelle attività di SUN . Se per i processori lo stesso Larry precisa che “Non stiamo assolutamente uscendo dal business dell’hardware”, aggiungendo che “Persino Apple si progetta i suoi chip di questi tempi” e che oggi SPARC continua a garantire dei vantaggi rispetto alle CPU Intel anche e soprattutto sul piano dei consumi, nulla viene detto (ancora) in materia di software.
Luca Annunziata