New York (USA) – Quello che un po ‘ tutta la comunità Java temeva è infine accaduto: Sun ha annunciato di voler abbandonare il progetto di standardizzare il linguaggio Java attraverso il consorzio europeo ECMA .
La decisione ha scosso tutto il mondo Java ed ha messo repentinamente fine a circa due anni di sforzi da parte dell’ECMA per rendere la piattaforma Java 2 uno standard aperto.
Certo non si può dire che la notizia sia un fulmine a ciel sereno, visto che Sun ed ECMA erano ormai da mesi ai ferri corti. Il consorzio svizzero vorrebbe infatti che Java divenisse uno standard aperto e indipendente mentre Sun sente la necessità di proteggere l’integrità dei suoi investimenti continuando a detenere i diritti sulla tecnologia Java e continuando a controllare da vicino il suo sviluppo.
Secondo George Paolini, vice presidente della Java Community Development, Sun deve continuare ad essere la sola garante della compatibilità di Java perché non può rischiare che la sua tecnologia si frammenti e faccia la fine della piattaforma Unix, di cui ne esistono mille varianti ma quasi tutte incompatibili fra loro.
ECMA si difende sostenendo che in realtà non ha nessuna intenzione di evolvere la tecnologia Java: le sue uniche preoccupazioni sono quelle di stilare le specifiche per uno standard aperto che possa portare benefici agli utenti ed a tutta la comunità degli sviluppatori.
New York (USA) – A Natale tutti più buoni? Bè, il famoso detto non si affibbia di certo molto bene a Sun che ultimamente sta diventando il diavoletto della comunità open source.
La società, infatti, dopo l’annuncio di voler sviluppare il porting di Java 2 su Linux insieme ad Inprise , ha scatenato le ire di Blackdown , un gruppo di programmatori open source che da ben tre anni si era incaricato, naturalmente gratis, di convertire le varie versione del JDK anche per il sistema operativo del pinguino.
Sebbene Sun abbia presentato al gruppo di programmatori le sue vivissime scuse e li abbia incoraggiati a continuare il loro lavoro, i membri della Blackdown si sono detti scoraggiati dal modo di fare della società, una società che finora non ha mai onorato le loro fatiche.
Certo è che se Sun ed Inprise hanno tutto l’interesse economico nello portare Java 2 su Linux, così certo non è per i Blackdown, che finora hanno svolto il loro lavoro per pura passione.
Rimane anche da dire che l’esperienza maturata in questi anni dai Blackdown difficilmente potrà essere raggiunta in poco tempo da Sun ed Inprise. La comunità open source, che appoggia in pieno il lavoro svolto fino ad ora dal noto gruppo di sviluppatori, sembra non avere alcuna intenzione di cedere la mano a Sun.