Roma – Un Solaris più forte e convincente contro Linux, capace di convincere gli utenti aziendali che il Pinguino non è un rivale all’altezza. Sun Microsystems in queste ore è tornata sulla propria strategia di aggressione al mercato, dettagliando la propria intenzione di colpire al fianco il sistema operativo open source per eccellenza, Linux appunto.
Nonostante il suo recente avvicinamento a Linux, infatti, per anni la posizione di Sun riguardo a questo sistema operativo e al free software è stata considerata ambigua ed è spesso sfociata nella polemica. Una situazione dovuta al fatto che Sun difende il proprio sistema operativo Solaris e l’architettura hardware SPARC per le piattaforme Unix di fascia alta proprio dagli assalti di Linux.
Sun si è mossa sempre con accortezza per proporre Linux in fasce di mercato – server low-end e sistemi desktop – dove non costituisca una concorrenza a Solaris. Una strategia che è stata ora confermata dalle dichiarazioni di Jonathan Schwartz , presidente e CEO di Sun.
Schwartz ha detto che uno dei suoi primi obiettivi è quello di incrementare la competitività di Solaris nei confronti del Pinguino, e questo non soltanto nel segmento dei server di fascia media e alta, ma anche in quello dei sistemi basati su architetture più economiche, come quella x86. Per realizzare questa visione, Sun potrebbe persino decidere di rendere Solaris open source e pubblicare il suo codice sotto la stessa licenza di Linux: la GNU GPL.
Fino ad oggi Sun ha distribuito copie gratuite di Solaris solo a certi utenti non commerciali, continuando tuttavia a vendere la licenza del suo sistema operativo a 99 dollari per singolo processore. L’adozione della GPL potrebbe modificare il modello di business di Sun e renderlo più simile a quello già seguito da altre aziende dell’open source.
“Potremmo offrire i contratti di supporto come un’opzione, seguendo così un modello simile a quello di Red Hat”, ha affermato Schwartz. “Noi vediamo la GPL come un’amica “.
Un’amica da cui guardarsi le spalle… Il boss di Sun sostiene infatti che uno dei maggiori pericoli derivanti dalla licenza della Free Software Foundation è dato dai fork , ossia dalla possibilità che vengano create più versioni dello stesso software fra loro parzialmente incompatibili. Schwartz afferma che questo è esattamente ciò che è successo con Linux.
“Red Hat ha biforcato Linux, e questo non nel senso che il kernel sia differente, ma nel senso che un programma scritto per la distribuzione di Red Hat non gira, ad esempio, su Debian”, ha detto Schwartz.
Red Hat si è difesa da quest’accusa, respinta anche da Linus Torvalds , affermando che tutti i suoi sforzi vanno nella direzione di adottare standard riconosciuti da tutta la comunità di Linux.
A dimostrazione di come la filosofia di Schwartz sia per molti versi distante da quella open source, quest’ultimo ha spiegato che la disponibilità del codice è solo uno degli effetti collaterali meno interessanti della licenza GPL.
“Sono gli standard aperti – ha detto il massimo dirigente di Sun – ad incrementare la competitività di un prodotto, non il codice sorgente. I CIO (chief information officer) non hanno bisogno di ulteriore codice da gestire”.
Schwartz ha detto di non aver ancora deciso se e quando compiere un passo verso la GPL, ma ha assicurato che, nel caso, il prezzo delle licenze di Solaris sarà inferiore a quello di Red Hat .