Santa Clara (USA) – I datacenter, ovvero i centri di elaborazione dati delle aziende, sono tipicamente costituti da stanzoni con armadi zeppi di server e con imponenti apparati di refrigerazione e condizionamento dell’aria. Sun vuol dare un calcio a tutto ciò proponendo Blackbox , una nuova generazione di sistemi integrati che, nello spazio di un piccolo guardaroba, includono tutto il necessario per implementare un datacenter di media potenza.
I sistemi Blackbox sono costituiti da un contenitore di circa 2,5 metri di larghezza, 2,5 metri di altezza e 6 metri di lunghezza, che mette a disposizione diversi rack di server e tutto il necessario per alimentarli, refrigerarli, deumidificare l’aria e fare il backup dei dati. Sun sostiene che una volta tarsportato in una stanza, il proprio datacenter “preconfezionato” diventa pienamente operativo semplicemente collegando i cavi della corrente e quelli di rete.
Sun ritiene che Blackbox possa attrarre soprattutto quelle aziende, e non sono poche, che nei loro attuali datacenter hanno problemi di spazio . Con il suo nuovo sistema il colosso californiano mira anche ad abbattere i costi energetici , e questo grazie alla possibilità di fornire soluzioni di refrigerazione più ottimizzate e compatte.
I sistemi Blackbox includono già il software necessario per gestire il datacenter da remoto ed eseguire operazioni di backup e ripristino dei dati.
Va detto che al momento Blackbox è più un concetto che un prodotto . Sebbene Sun ne abbia già mostrato un prototipo, le implementazioni commerciali potrebbero non vedere la luce prima di alcuni anni: in questo arco di tempo la società prevede di apportare diverse modifiche al proprio progetto, la più ambiziosa delle quali è permettere alle aziende di spostare un sistema Blackbox da una stanza ad un’altra senza doverlo spegnere .
Ieri Sun ha anche presentato una nuova tecnologia di virtualizzazione , chiamata Logical Domains (LD), che consente ai propri server della famiglia Niagara di far girare fino a 32 ambienti virtuali su Solaris 10. Essenzialmente, LD consiste di un aggiornamento al firmware dei processori T1 che aggiunge un hypervisor, ossia un software con funzionalità simili a quelle offerte da prodotti stand alone come VMWare e Xen.
E a proposito della piattaforma di virtualizzazione open source Xen, Sun ne ha annunciato il pieno supporto in Solaris a partire dal prossimo anno.