L’uomo a capo dell’impero Google-Alphabet ha imparato a fare la pizza su YouTube. Forse non il più importante dei fatti che emergono dall’intervista a Sundar Pichai realizzata da The Verge, ma certamente il più curioso.
La scorsa settimana ho fatto la pizza da zero, grazie ad alcuni video di cucina su YouTube. È stato ok.
La visione del CEO dell’impero Google-Alphabet
Tra le altre cose il CEO ha parlato di come il gruppo ha attraversato (o meglio sta attraversando) il difficile periodo caratterizzato dalla crisi sanitaria, delle iniziative legate al catalogo di prodotti hardware e dell’impegno a supporto dello smart working. A proposito di quest’ultimo punto, l’amministratore delegato sottolinea come l’ironia della sorte abbia costretto gli sviluppatori di Google Meet a lavorare da remoto per mettere a punto lo strumento che milioni di persone hanno poi adottato per fare lo stesso, lavorare, studiare e comunicare rimanendo distanti.
È stato molto interessante osservare come l’ironia abbia voluto che il team di Google Meet si trovasse a lavorare da remoto per realizzare e aggiornare il servizio, rendendolo ciò che hanno voluto farlo diventare.
Sul fronte hardware, Pichai conferma l’impegno del gruppo nella realizzazione di dispositivi come gli smartphone della linea Pixel, quelli per la smart home del catalogo Nest e il supporto alla famiglia Chromebook con Chrome OS.
Abbiamo una visione di lungo termine. Non pensiamo solo ai telefoni. Abbiamo un’idea chiara sulla direzione intrapresa dal computing. Credo sia difficile accompagnarla senza creare insieme hardware, software e servizi. Bisogna pensare all’intersezione di queste componenti.
Una visione che abbiamo già descritto in modo dettagliato su queste pagine parlando del concetto di Ambient Computing che nasce proprio dalla compenetrazione di questi diversi elementi.
L’intervista integrale tocca molti altri temi, a partire da quelli legati a come la crisi sanitaria ha impattato il business di bigG, fino alle tempistiche fissate per il rientro in ufficio e a quanto raccontano i dati sul cambiamento delle abitudini a livello globale nell’ultimo periodo.