Torino – Thomson , peso massimo nell’industria internazionale dell’hardware multimediale, rischia di naufragare in acque molto mosse. La causa di ogni male sarebbero alcuni brevetti relativi al redditizio formato MP3 , sul quale Thomson ha recentemente esercitato piena potestà. Sisvel , società italiana che gestisce e fornisce licenze aziendali per l’uso delle tecnologie proprietarie MPEG Audio Layer III , accusa il colosso elettronico di avere violato brevetti precedentemente registrati .
“Il sistema MPEG Audio è stato originariamente inventato da France Telecom , Telediffusion De France , Philips ed IRT “, sostiene Paolo D’Amato, direttore di Sisvel. “Gli studi condotti dai nostri esperti”, continua D’Amato, “dimostrano che i contributi di Thomson e Fraunhofer allo sviluppo dell’MPEG Audio Layer III si basano su tecnologie già inventate e pertanto non brevettabili”.
Audio MPEG , distaccamento statunitense dell’azienda affiliata all’ Associazione Italiana per la Ricerca Industriale , sarebbe infatti il “proprietario delle licenze per l’uso degli standard ISO/IEC 11172-3 ed ISO/IEC 13818-3 “, meglio conosciuti come MP3. Licenze che Thomson, almeno per quanto riguarda l’anno corrente, non avrebbe pagato, rifiutandosi per il 2005 di rinnovare le intese precedenti. “Hanno ignorato i loro impegni”, sostiene Richard Neal, presidente di Audio MPEG, “infrangendo le norme che impongono il rispetto della proprietà intellettuale di terzi”.
Fraunhofer , questa l’accusa, sfrutterebbe abusivamente queste tecnologie blindate incassando royalty . La situazione potrebbe diventare rovente ed avere gravi conseguenze sugli interessi multimilionari del gruppo Thomson: le tecnologie MP3 sono indispensabili nel florido commercio di musica digitale ed alimentano un enorme giro d’affari.
Finora il gigante ha sempre mantenuto una posizione di vantaggio nell’industria dei riproduttori multimediali, grazie soprattutto alle 250 aziende che pagano abitualmente Fraunhofer per integrare codec MP3 in dispositivi software o hardware.
“Le autorità di frontiera hanno già sequestrato alcuni prodotti di questo marchio”, conclude Neal, “poiché stiamo agendo sia negli Stati Uniti che in Europa in nome delle nostre responsabilità”. Gli avvocati, oltre ad avere sollecitato le forze dell’ordine d’Italia, Germania, Francia e Stati Uniti, hanno inoltrato una ingente richiesta di risarcimento danni che potrebbe assestare un pesante colpo alle casse di Thomson.
Tommaso Lombardi