Da gennaio seguiamo con cadenza regolare su queste pagine le evoluzioni della classifica che a fine giugno assegnerà i 1.500 euro del Super Cashback, come previsto dal programma Cashback di Stato. Abbiamo di volta in volta provato ad azzardare una stima in merito a quello che sarà il numero di transazioni necessarie per ottenerli, basandoci sull’evoluzione dei numeri e sulla loro progressiva crescita. Lo abbiamo fatto tenendo conto della media quotidiana delle spese, dall’inizio di gennaio in poi. Più volte, tra i commenti agli articoli pubblicati, qualcuno ha suggerito di cambiare metodo per tenere in considerazione il continuo aumento dei volumi. Così facendo verrebbero però ignorati due fattori essenziali: il tempo e il denaro a disposizione dei partecipanti.
La corsa dei 100.000 per il Super Cashback
C’è una soglia oltre la quale non ci si può spingere, pur con la volontà di incrementare il ritmo dei pagamenti e guadagnare posizioni, se non ricorrendo a metodi come quelli attuati dai soliti furbetti, che pur non commettendo formalmente un illecito rischiano l’esclusione da ogni forma di rimborso.
Tempo e denaro, dunque: effettuare transazioni li richiede entrambi. Arriva inevitabilmente il momento in cui chiedersi se val la pena continuare a investirli, se di fronte c’è ancora la prospettiva di continuare la corsa per ottenere il bonus oppure se si sta scivolando sulla buccia di banana di una diseconomia.
Parlare di investimento non è del tutto fuori luogo, considerando le dinamiche quasi riconducibili alla gamification che hanno fin qui regolato l’iniziativa e spinto molti a incrementare la frequenza delle spese. Insomma, per qualcuno potrebbe essere già comparsa la schermata Game Over.
Per capirne di più facciamo riferimento alla dashboard dell’applicazione IO, principale punto d’accesso a tutte le informazioni ufficiali riguardanti il Cashback di Stato. Sappiamo che i cittadini aderenti sono poco più di 8,5 milioni (8.522.502 nel momento in cui viene scritto questo articolo), capaci di generare dall’inizio del programma a oggi (dunque conteggiando anche il mese di dicembre) oltre mezzo miliardo di transazioni.
Considerando esclusivamente il semestre in corso, meno di 7,5 milioni (7.479.342) hanno effettuato almeno un movimento valido e registrato, per un totale pari a 448.551.876 spese. La prima statistica che balza all’occhio è quella riportata nell’immagine di seguito: solo poco più della metà (51,204%) ha raggiunto la soglia dei 50 pagamenti necessari per ottenere il rimborso del 10% a fine giugno. Per gli altri c’è comunque ancora tempo.
Quanti sono però coloro che concretamente risultano in corsa per il Super Cashback? Sappiamo che i 1.500 euro finiranno nelle tasche dei primi 100.000 in classifica. A questo proposito la dashboard di IO non ci aiuta granché, fornendoci solo un’indicazione in merito a chi ha già effettuato 100 transazioni e oltre: sono 887.331 cittadini, poco più di uno su dieci tra chi ne ha eseguita almeno una valida.
Meno di un milione di persone in gara per 100.000 posti, all’incirca uno su dieci ce la fa. La percentuale si alza ulteriormente considerando che, essendo al momento 325 la soglia minima per l’ultimo degli slot utili, chi è fermo a 100 o poco più molto difficilmente riuscirà mai a colmare il gap.
Cosa sta dunque accadendo? Con tutta probabilità, a darsi battaglia per il Super Cashback, sono più o meno gli stessi 100.000 che lo otterranno. Forse il doppio, forse il triplo, difficilmente di più. Del tutto prevedibile un ulteriore incremento dei numeri da qui a fine giugno, ma anche il gettare la spugna da parte di coloro che, per le ragioni descritte poc’anzi, non lo riterranno più un investimento conveniente, dovendo fare i conti con il tempo a disposizione e con il proprio portafogli. Potremmo dunque assistere quasi paradossalmente a un rallentamento o quantomeno a una stabilizzazione del trend nelle ultime settimane.
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Torniamo così all’elenco delle 10 proposte per migliorare l’iniziativa che abbiamo pubblicato su queste pagine ormai alcuni mesi fa. All’ultimo punto, ma non meno importante degli altri, l’idea di abbassare il valore del bonus extra e spalmarlo su più beneficiari.
E se invece di assegnare 1.500 euro ogni semestre con il Super Cashback a 100.000 partecipanti si dimezzasse la cifra raggiungendo il doppio dei cittadini? O, in alternativa, se quanto “risparmiato” fosse ripartito su tutti coloro che aderiscono innalzando la soglia massima del rimborso cumulabile ogni sei mesi ora fissata a 150 euro? Dopotutto, anche un bonus extra da 750 euro farebbe gola e stimolerebbe a usare ad ogni possibile occasione i metodi di pagamento cashless.
Dopotutto, se l’obiettivo ultimo è quello di stimolare l’uso dei pagamenti elettronici e di conseguenza assestare un colpo alla piaga dell’evasione, per chi non ha più nulla da guadagnare l’incentivo viene meno. Si andrebbe così anche a scoraggiare il comportamento dei furbetti. Più partecipanti contenti, meno tribolazioni per i benzinai: win-win.