Fin dalla sua prima fase sperimentale, il Cashback è stato preso di mira da un’ondata di critiche e accuse che hanno spaziato da “spreco di soldi pubblici” a “regalo del Governo Conte”. Su queste pagine abbiamo sempre cercato di porre l’accento sul fatto che l’iniziativa sia da valutare sul lungo periodo, interpretandola come un investimento non destinato a dare i propri frutti nell’immediato, ma solo in conseguenza all’adozione diffusa di un nuovo approccio nella gestione dei pagamenti, meno legato al contante e più agli strumenti digitali. Finalità condivisa anche dalla Lotteria degli Scontrini. C’è però un problema che va affrontato subito, per diverse ragioni, quello inerente i furbetti del Super Cashback.
Il Super Cashback e la piaga dei furbetti
La questione è ben nota, sono coloro che pur di scalare posizioni e aggiudicarsi i 1.500 euro in palio generano un gran numero di microtransazioni, ravvicinate e con importi irrisori. A essere presi di mira sono soprattutto i benzinai, per un motivo molto semplice: le pompe dei self service rimangono attive nelle ore serali e notturne, alla mercé degli strisciatori seriali. Nel grafico qui sotto il netto aumento nella frequenza delle spese mensili registrato da gennaio in poi (la colonna relativa a maggio è ovviamente esito di una stima).
Va sottolineato che non si tratta di una pratica illecita: nel definire le regole non è stato previsto uno scenario di questo tipo, forse per via di un’eccessiva fretta. Impatta però in modo negativo sul comportamento di chi sta provando a partecipare semplicemente accumulando le proprie spese quotidiane, magari scegliendo una carta, il bancomat o un’applicazione invece del contante.
Distorsioni della classifica a parte, i furbetti vanno fermati poiché in gioco c’è la fiducia nel programma. Per capire quanto il fenomeno possa realmente incidere sull’assegnazione del bonus extra rimandiamo a un articolo dedicato, pubblicato nelle scorse settimane.
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Il mondo della politica si è pronunciato in merito al problema a fine marzo, promettendo un intervento di cui però fino a oggi non si hanno notizie. Ha ancora a disposizione poco più di un mese per mantenere la promessa, a tutela di chi ha fin qui partecipato in modo corretto e senza forzature all’iniziativa, per evitare che il Cashback di Stato (e di conseguenza il Super Cashback) si infili in un cul-de-sac da cui sarà poi difficile uscire.