Andrà declinata nelle prossime ore, ma la direzione è indicata e condivisa: per evitare che l’Italia possa subire l’onta della nuova ondata così come sta accadendo in Germania e altri Paesi, occorre anticipare i tempi e approntare fin da subito misure restrittive che possano frenare l’incedere della pandemia. Due sono gli strumenti di cui disponiamo e su entrambi si intende agire: un siero vaccinale, che va portato per quante più persone possibili verso la terza dose, ed un QR Code, che va però limitato nella durata e nella portata.
Le frasi provenienti dal ministro tedesco Spahn (“Entro l’inverno i tedeschi saranno quasi tutti vaccinati, guariti o morti“) sono inevitabilmente riecheggiate in tutta Europa e anche l’Italia, finalmente in posizione di vantaggio rispetto alle ondate antecedenti, ne hanno sentite le tetre vibrazioni. Dopo l’incontro di ieri tra Governo e Regioni, si inizia ora a ragionare su quali possano essere le leve sulle quali agire per arrivare all’obiettivo: fin da oggi un nuovo summit Stato-Regioni dovrebbe gettare le basi per decisioni da mandare in approvazione in tempi strettissimi.
Super Green Pass
Il principio base è quello di comprimere ulteriormente i margini di manovra per i non vaccinati. Si pensa dunque ad un divieto per questi ultimi in attività come la ristorazione, le discoteche, le piste da sci, gli stadi, palestre, piscine e altri luoghi nei quali il vaccino fungerebbe invece da lasciapassare. Non si vuole arrivare all’obbligo vaccinale così come indicato dall’Austria, quindi, ma si predilige la strada della concessione graduale seguita dalla Germania. Il tutto secondo un modello italiano che, fin qui, sta funzionando e che ha bisogno di nuove rettifiche.
Resta ora da capire come sarà declinato il nuovo Green Pass, considerando che si immagina una versione “super Green Pass” che offra tutte le autorizzazioni ed una restrizioni nelle opportunità offerte invece dai tamponi. Questi ultimi dovrebbero infatti avere durata limitata e, in virtù dei falsi positivi risultanti, dovrebbero comunque consentire accessi limitati: inevitabilmente sarà da capire come il tutto impatterà su ambiti quali il lavoro o i mezzi pubblici, temi centrali nelle prossime ore di concertazione.
Mentre è già assodato l’abbassamento della soglia per la terza dose da 6 a 5 mesi, così da alzare il livello generale di copertura da parte dei vaccinati, resta in ballo l’obbligo di mascherina all’aperto per tutti, così da garantire tutela ulteriore senza fronzoli: meglio evitare che assembramenti e disattenzioni all’aperto vadano a minare quanto di impegnativo si sta facendo per limitare i rischi nei locali al chiuso.
Ma quando scatteranno queste limitazioni? Solo con l’approdo in zona arancio, già in zona gialla o estesamente in zona bianca in tutto il territorio nazionale? Questo elemento può fare la differenza e misurerà il decisionismo del premier Draghi. Da quest’ultimo, al momento, non sono giunte prese di posizione: così come indicato fin dal primo giorno di Governo, Draghi vuol parlare soltanto a decisioni prese e non sulla scia di rumor legati alla discussione in atto. Ma ormai è questione di poche ore: l’appoggio offerto dalle Regioni in questa fase consentirà al Governo di agire con ben maggior libertà rispetto a quanto accaduto nelle ondate antecedenti.