Massimiliano Fedriga, Presidente della Conferenza delle Regioni, lo ha detto già nei giorni scorsi: “abbiamo chiesto un incontro urgentissimo al Governo, ci incontreremo lunedì o al massimo martedì“. Tutto confermato: già questa sera, a partire dalle ore 18, le regioni avranno un incontro con il Presidente del Consiglio Mario Draghi. Tutto lascia supporre, insomma, che il QR Code possa diventare davvero uno strumento più restrittivo fin dalle prossime settimane, o almeno al raggiungimento di specifiche soglie che saranno al contempo stabilite per declinare al meglio eventuali restrizioni sul territorio.
Super Green Pass o mini-tamponi?
Che si vada verso nuove restrizioni appare ormai chiaro per evitare di arrivare nuovamente in ritardo all’appuntamento con la pandemia, ma al tempo stesso le Regioni chiedono che eventuali giri di vite coinvolgano la parte di popolazione maggiormente responsabile di contagi e ospedalizzazioni: “La riflessione sul fatto che chi si è vaccinato non debba subire gli effetti di un nuovo lockdown è molto condivisa tra i presidenti di Regione“, così il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, il quale aggiunge che “Valutiamo quali sono le condizioni per tenere aperto, che si chiami Green pass rafforzato o tampone del giorno in cui uno si presenta“.
La sensazione è che si vada verso una restrizione dell’utilità dei tamponi, sia in virtù dei falsi positivi risultanti, sia per spingere ulteriormente tutti verso la strada della vaccinazione. Sebbene il Governo voglia tenere aperto il canale del dialogo e della tolleranza nei confronti di chi ha fin qui rifiutato la vaccinazione, appare chiaro come il clima generale stia spingendo ad una maggior forzatura della situazione per accelerare in una campagna vaccinale che non può permettersi di perdere ritmo.
Tutto ciò accade mentre l’Italia è vicina ai 100 milioni di vaccini distribuiti sul territorio, 93,5 milioni dei quali già somministrati. Sono 46 milioni gli italiani vaccinati almeno con 1 dose, sono 45,7 milioni quelli vaccinati con seconda dose, sono 667 mila quelli raggiunti già con dose booster (su un totale di 3,2 milioni che saranno convocati allo scadere dei sei mesi dalla seconda dose). Nelle prossime ore le decisioni potranno incidere su tutta la popolazione non vaccinata, cercando di coinvolgere i più giovani, aumentare gli screening scolastici e spingere i refrattari al vaccino a cambiare idea:
Il 25% dei casi di Covid registrati in questa ultima settimana riguarda i ragazzi sotto i 13 anni, cioè la fascia di età non vaccinata. Quella fino ai 19 ha visto un incremento del 7%: la differenza è evidente. Tuttavia questi bambini non finiscono in ospedale, rischiano però di finirci i più anziani e in questo senso c’è una netta prevalenza di non vaccinati rispetto ai vaccinati tra i ricoverati. Abbiamo dato indicazione alle Asl di intensificare le campagne di tracciamento anche perché molti di quelli che finiscono nel reparto malattie infettive scoprono di essere positivi solo dopo essere andati in ospedale per altre ragioni
Marco Marsilio, Presidente Regione Abruzzo
Coloriti come sempre i toni del governatore della Campania, De Luca: “Non abbiamo voglia di perdere tempo con i no vax e con tutti gli “sfrantummati” d’Italia. La Campania è fra le Regioni che chiedono misure rigorose, dure e specifiche nei confronti di chi decide di essere un creativo e di non vaccinarsi. Noi stiamo lavorando su due priorità: terza dose per il personale sanitario obbligatoria di fatto, anche se sarà resa obbligatoria tra qualche ora, e poi la priorità del personale scolastico. Oramai la gran parte ha superato i 6 mesi dall’ultima somministrazione“.
Una anticipazione di quel che potrebbe accadere è nelle parole del Presidente del Veneto, Luca Zaia, il quale esclude lockdown differenziati e preferisce pensare a misure granulari sul Green Pass che tengano in considerazione lo stato vaccinale degli italiani:
A mio avviso, stante oggi la Costituzione, pensare di fare il lockdown per i non vaccinati, non si riesce. Secondo me non è praticabile dal punto di vista giuridico. Il ragionamento è stato un altro: evitare di chiudere e fare il lockdown. Ve li ricordate i tromboni che ci spiegavano quanto fosse brava la Germania? Il risultato è che la Germania si è fatta una sfilza di lockdown. Il nostro modello dei colori comunque ci ha permesso di evitare queste chiusure totali. Questo modello prevede un primo passaggio in zona gialla – con mascherine ovunque, anche all’aperto, 50% teatri e cinema, poi si passa all’arancione – dove non si esce dai confini comunali – e alla rossa dove si esce solo per andare a lavorare e fare la spesa. E’ possibile che si valuti una differenziazione di queste misure in base allo stato vaccinale del cittadino, ma ad oggi non si è deciso nulla e la decisione dovrà comunque essere presa a livello nazionale.
Aggiornamento
La riunione è durata circa 2 ore, al termine delle quali ci si è dati nuovamente appuntamento tra 24 ore: l’incontro sarà tenuto dai ministri Speranza e Gelmini, dove si discuteranno nel merito le proposte delle Regioni per trovare compiuta applicazione. Dal Governo trapela cautela e la volontà di stabilire restrizioni che non debbano però scattare immediatamente: l’esecutivo preferisce continuare a scommettere sulle vaccinazioni come unico vero argine per salvaguardare sia la salute dei cittadini che l’economia del Paese.