Super-occhiali per chi non vede

Super-occhiali per chi non vede

Miniaturizzazione e aumento della potenza di calcolo consentono a Philips di produrre degli occhiali che colgono il movimento degli oggetti. E avvisano con segnali acustici e vibrazioni
Miniaturizzazione e aumento della potenza di calcolo consentono a Philips di produrre degli occhiali che colgono il movimento degli oggetti. E avvisano con segnali acustici e vibrazioni

Alle tecnologie assistive si aggiunge oggi una novità di Philips, impegnata nel supporto di chi ha difficoltà visive: un paio di occhiali particolarissimi, che non solo identificano gli oggetti in prossimità di chi non vede, ma consentono di distinguere quelli in movimento da quelli statici .

Il sistema, subito brevettato , è definito come “Un sistema assistivo per non vedenti parziali o totali che cerca di offrire una soluzione, informando attivamente sugli oggetti o i movimenti nelle vicinanze del soggetto, attraverso segnali trasmessi al corpo”.

Non è infatti sufficiente la mera identificazione di oggetti in circostanze quali l’attraversamento di una strada o l’avventurarsi in luoghi sovraccarichi di gente, osserva Gearlog : affiancare alle tecnologie già esistenti un metodo per capire almeno a grandi linee se qualcosa si muove e a quale velocità, di certo rappresenta un notevole aiuto per chi sugli occhi può fare scarso (o nessun) affidamento.

Grazie all’impiego di un accelerometro, di una telecamera e di un piccolo computer, questi occhiali potranno dunque stabilire quali oggetti si muovono e quali no. Attraverso un ventaglio di diversi segnali acustici (o di altro genere, come vibrazioni), il portatore avrà così indicazioni su cosa accade intorno a sé. Il sistema – si legge nella descrizione del brevetto – sarà in grado di tener conto del movimento della persona stessa, grazie all’impiego di due distinti sensori (vedi immagine a lato, depositata nel brevetto): uno che valuta i movimenti distanti dal tronco di chi indossa gli occhiali ed uno che calcola il movimento di chi li indossa.

Il meccanismo ricorda un fenomeno noto come ecolocalizzazione , che attraverso un particolare e lento affinamento dell’udito, tipico in chi non vede, in molti casi permette di indovinare la distanza degli oggetti dall’eco di ritorno. Il sistema di Philips, invece, può essere considerato una sorta di “traslatore”, che tenta di “spostare” la percezione da un senso non funzionante ad un altro funzionante: dovrebbe dunque richiedere un tempo di addestramento nettamente inferiore.

Marco Valerio Principato

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Pubblicato il
31 lug 2008
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