Super WiFi , atto (quasi) finale: dopo aver dato il via alla liberalizzazione delle frequenze inutilizzate dello spettro elettromagnetico (i cosiddetti “white space”), la Federal Communications Commission statunitense assegna ora a nove aziende il delicato compito di organizzare e gestire i database geolocalizzati di tali frequenze . L’obiettivo è non disturbare le trasmissioni televisive terrestri, con le emittenti ancora sul piede di guerra pronte a far saltare l’intero piano di deregolamentazione.
Dello sparuto gruppo di aziende che avranno il compito di catalogare le frequenze inutilizzate – generalmente esistenti come frequenze “intermedie” tra il broadcasting televisivo a stelle e strisce – farà parte anche Google, assieme a Comsearch, Frequency Finder, una joint venture fra KB Enterprises e LS Telcom, Key Bridge Global, Neustar, Spectrum Bridge, Telcordia Technologies e WSdb.
I database dei white space avranno l’onere di garantire il corretto funzionamento dei dispositivi operanti sulle frequenze del cosiddetto super WiFi, vale a dire i nuovi servizi di connettività ad alte prestazioni che dovrebbero fiorire dalla liberalizzazione decisa da FCC. Un compito delicato, che Google in primis dice di essere ben disposta a intraprendere con fiducia e la prospettiva di dare il via a una nuova rivoluzione della connettività distribuita sul territorio USA.
“L’uso che possiamo fare di questo spettro quando abbiamo innovazione aperta è stupefacente”, aveva avuto modo di dichiarare il founder di Google Larry Page in merito al super WiFi già due anni fa, e ora Mountain View dice che con la decisione di FCC “siamo un passo più vicini a un mondo con connettività super WiFi”.
Google non vede l’ora di mettere le mani sui white space per espande le opzioni di connettività dei netizen nordamericani, e conseguentemente far crescere la centralità di Internet (e dei suoi servizi, e del suo advertising) nelle vite di tutti loro. Ma i piani di Google e sodali potrebbero presto subire una pesante battuta d’arresto , se la causa legale intentata dalle emittenti televisive nei confronti di FCC sulla liberalizzazione dei white space dovesse ottenere i frutti sperati.
“L’uso esclusivo di tecniche di database per il controllo delle interferenze è un territorio largamente inesplorato nella regolamentazione dello spettro è pieno di difficoltà pratiche”, dichiara Tennis Wharton della National Association of Broadcasters (NAB), e le emittenti TV promettono di “osservare da vicino le proposte aggiornate provenienti da chi gestisce i presunti database con forte interesse”.
Alfonso Maruccia