Dal Sol Levante arriva una dichiarazione d’intenti che sa di sfida al mondo tecnologicamente più avanzato: il direttore del National Institute of Advanced Industrial Science and Technology (AIST) ha promesso di realizzare il supercomputer più potente del mondo entro il prossimo anno.
“Per quanto ne sappiamo – ha dichiarato Satoshi Sekiguchi – non esiste niente di più veloce”: niente, cioè, che al momento sia in grado di raggiungere performance di picco di 130 petaFLOPS e abbia un costo di realizzazione pari a oltre 160 milioni di euro.
Chiamato “AI Bridging Cloud Infrastructure” o ABCI, il sistema HPC (High-Performance Computing) di Tokyo sarà destinato prevalentemente alle applicazioni riguardanti l’intelligenza artificiale, all’analisi dei database medici per individuare “nuovi servizi e applicazioni.”
ABCI verrà poi messo a disposizione delle aziende private giapponesi a un costo “congruo”, certamente un modo per rientrare dagli investimenti ma anche per garantire alle corporation nipponiche l’accesso a servizi di IA “cloud” con potenza pari – anzi superiore – a quella dei servizi commerciali attualmente offerti dalle organizzazioni statunitensi come Google o Microsoft.
Il nuovo investimento del Sol Levante mira a riportare il paese sull’onda dello sviluppo tecnologico avanzato dopo i recenti progressi delle concorrenze asiatiche come Corea del Sud e Cina , ed è prevedibile che proprio quest’ultima nazione non resterà ferma a subire il guanto di sfida lanciato da Tokyo.
Per ora, anche l’ ultima classifica TOP500 dei supercomputer più potenti al mondo conferma la situazione precedente : Pechino continua ad avere i due sistemi HPC più potenti al mondo con Sunway TaihuLight (93 petaFLOPS) e Tianhe-2 (33 petaFLOPS), seguita poi dai super-sistemi statunitensi con Titan – Cray XK7 (17 petaFLIPS), Sequoia (idem) e via elencando.
A novembre 2016 sia USA che Cina posseggono 171 sistemi HPC, mentre la potenza media dei supercomputer mondiali si alza notevolmente e la quasi totalità delle macchine in classifica fa girare sistemi basati su Linux .
Alfonso Maruccia