Grazie a dei modelli matematici e alla tecnologia moderna è stato possibile, finalmente, fotografare gli ultimi istanti di vita di una supergigante rossa poco prima (e durante) la sua esplosione. Una stella impiega milioni di anni prima di morire, ma quando lo fa segue un processo ben preciso (e talvolta distruttivo). Nella galassia NGC 5731 è stata finalmente fotografata, a 120 milioni di anni luce di distanza dalla Via Lattea, una supergigante rossa prima della sua esplosione.
L’informazione che ha permesso queste foto è stata la variazione della stella che, in modo veloce, cambiava luminosità da 128 a 51, un dato molto importante che subito ha fatto intuire una sua esplosione di lì a poco tempo.
Sono le prime foto dell’esplosione di una Supergigante Rossa in una Nana Bianca
Le foto non sono molto dettagliate, ma i dati raccolti e le informazioni captate hanno permesso al ricercatore della Northwestern University Wynn Jacobson-Galàn di modellare un rendering 3D che mostra, per la prima volta, il processo in modo chiaro.
La SN 2020tlf, questo il nome dato a questa stella, aveva una massa di circa 10 volte quella del sole che però ha subito iniziato a perdere in prossimità della sua esplosione: questo sarebbe dovuto all’instabilità del nucleo stellare e alla sua combustione nucleare.
Il processo nel dettaglio è il seguente: una stella, che impiega milioni di anni per morire, inizia a farlo quando finisce di bruciare tutto il suo idrogeno. In quel momento avviene un’espansione che porta ad una rapida crescita, diventando quella che viene definita gigante rossa (o in caso di stelle molto grandi, supergigante rossa).
Se nel primo caso, quando la gigante rossa finisce i suoi strati, tende a diventare una nana bianca (molto densa), così da iniziare un processo di raffreddamento e diventare, alla fine, invisibile, le supergiganti quando provano a rimuovere gli strati esterni, portano ad esplosioni devastanti, le supernove di Tipo 2, e lasciano conseguentemente una stella di neutroni o, peggio, un buco nero.