Secondo una analisi FakeSpot su 120 mila negozi online aperti su Shopify, ben il 21% di questi porrebbe all’utente una qualche forma di rischio. L’indagine è spietata nei confronti della piattaforma, tra quelle in maggior crescita durante questi mesi in cui un sempre più alto numero di esercenti ha cercato la via online per le proprie vendite.
Dubbi su Shopify
L’analisi ha intravisto una serie variegata di debolezze su molti store, tali da rendere meno appetibile l’esperienza generale di acquisto laddove è Shopify la piattaforma utilizzata. Il gruppo sminuisce la portata delle “accuse”, spiegando che per certi versi il problema si estende all’intero comparto e non sono certo peculiarità che fanno capo esclusivamente a Shopify.
Le voci che si annidano oggi attorno a Shopify sono per molti versi simili a quelle che si annidavano attorno al marchio eBay alcuni anni or sono. Nel tempo, però, eBay ha messo in campo tutta una serie di contromisure che da una parte ha ridotto il rischio oggettivo di truffe, dall’altra ha disposto una maggior educazione e formazione degli utenti per rendere più sicure le transazioni. Il combinato disposto di feedback, analisi, sistemi di pagamento e altro ancora ha infine reso la piattaforma meno fragile e più proficua per quanti intendono sfruttarla per le proprie vendite.
Se la piattaforma vorrà confermarsi nei mesi a venire, inevitabilmente dovrà porre in essere sistemi incrociati di controllo e gestione tali da rendere quanto più sicura e affidabile l’esperienza di acquisto. Per far ciò dovrà rendere meno appetibile la piattaforma a negozi con finalità distorte, cercando invece di mettere insieme un ecosistema di vendita quanto più efficiente e ricco possibile. Le potenzialità sono abnormi e gli investimenti in sicurezza saranno i migliori che la piattaforma potrà definire per iniziare al meglio il 2021.