Una situazione che si è fatta di colpo arroventata, con i responsabili dello Svenska Filminstitutet – istituto svedese che tutela lo sviluppo dell’industria cinematografica locale – finiti sotto paradossali accuse di violazione del diritto d’autore.
A scatenarle è stata DoubleTrace , società specializzata in monitoraggio delle reti P2P e conseguente caccia agli scariconi . Ha individuato numerosi indirizzi IP, rei di aver scaricato alcuni film tra i vasti marosi di The Pirate Bay. Dettaglio sconvolgente, questi stessi indirizzi sarebbero direttamente riconducibili alle infrastrutture informatiche gestite dallo Svenska Filminstitutet .
Vistoso imbarazzo da parte dei vertici dell’istituto, che hanno però respinto le accuse dopo accurate indagini interne. Ma gli indirizzi IP raccolti da DoubleTrace appartengono effettivamente ai loro network. Stranamente, la stessa società anti-pirateria pare aver rifiutato di mostrare all’istituto svedese le inconfutabili prove delle violazioni a mezzo BitTorrent .
Lo scandalo è così rimasto in piedi, creando più di un grattacapo all’industria cinematografica svedese e allo stesso ministero della Cultura. I vertici dello Svenska Filminstitutet hanno successivamente sottolineato come i film in questione possano essere stati scaricati da soggetti terzi – ad esempio, i visitatori connessi nella loro biblioteca o al ristorante interno – ovviamente sfruttando i loro network informatici e dunque i singoli indirizzi IP. Perché un indirizzo IP, sembra aver compreso ora l’industria, non identifica un individuo.
Mauro Vecchio