Un netto ultimatum ai vertici del Partito Pirata svedese, accusati di aver facilitato le attività illecite dell’ex-tracker BitTorrent The Pirate Bay. Nella più classica letteraccia legale, i responsabili della locale Rights Alliance hanno offerto una settimana di tempo alla fazione politica, che dovrebbe così smettere di fungere da hosting provider per la crew della Baia .
“Non esiste alcuna lista di siti illegali imposta ai singoli provider”, ha prontamente sottolineato Anna Troberg, attuale leader del partito svedese. In sostanza, i tutori del copyright non sarebbero affatto autorizzati a stabilire verso quali piattaforme digitali debba essere indirizzata la connettività . Le minacce dell’industria audiovisiva rappresenterebbero soltanto una strategia spicciola per evitare un più tortuoso sentiero in aula.
Richiamando la decisione della Corte Suprema – che si era rifiutata di rivedere la sentenza di condanna per i quattro gestori della Baia – i vertici di Rights Alliance hanno sottolineato come i vari provider risultino responsabili delle attività di condivisione illecita di siti come appunto The Pirate Bay .
Minacce molto simili a quelle recapitate ai pirati britannici sull’apertura di un servizio proxy per aggirare i blocchi imposti dalla High Court di Londra all’ex-tracker svedese. ( M.V. )