Quello appena concluso è stato l’anno dell’informatica in Svizzera. “Informatica 08”, sito ufficiale dell’iniziativa, pur rallegrandosi della presenza in loco di centri di ricerca IT di Microsoft, Google ed IBM, lamenta problemi nella formazione scolastica, troppo volta a creare semplici utenti piuttosto che sviluppatori, e nel ricambio generazionale, a causa del crollo nelle iscrizioni a facoltà di indirizzo tecnologico e politecnici.
Come stanno cercando di risolvere la questione i nostri vicini elvetici? Luc Haldimann, titolare di AnyCase GmbH, ha creato un bollino Swiss made software , graficamente la bandiera nazionale a forma di cartella del desktop. Così facendo vorrebbe collocare gli applicativi della confederazione alpina sulla scia della fama mondiale di precisione e affidabilità costruitasi attorno ai suoi orologiai .
Il logo non viene assegnato da AnyCase ma, liberamente scaricabile dal sito, può essere incluso nell’homepage della propria azienda e nel proprio software a condizione che vengano soddisfatti due requisiti di base: una maternità svizzera di almeno il 50% del prodotto e che la parte più importante del suo processo di realizzazione abbia luogo su suolo elvetico. Per quanto la società di Haldimann declini ogni responsabilità sull’uso del marchio, si riserva allo stesso tempo facoltà di perseguire a termini di legge chiunque ne faccia un uso falso o ingannevole . Ad ulteriore garanzia di autenticità è possibile, dietro contributo annuale, venire aggiunti al database pubblico di Swissmadesoftware.org come hanno già fatto poco meno di novanta aziende.
L’idea di SMS non nasce dal nulla, ricalca pari pari la normativa federale vigente sul Made in Switzerland codificata in primis a tutela degli orologi; rivendicarne la paternità svizzera significa difendere un marchio nel più stretto senso giuridico della parola. Esiste però una differenza significativa: se nel definire tra i requisiti per l’assegnazione il “movimento” meccanico si indica una procedura comune e tipica della cultura orologiaia locale, non si può fare, né si è fatto, altrettanto per la controparte software di cui viene solo assicurata l’origine ma non la qualità, quest’ultima data per implicita.
In epoca di certificazioni ISO, metodi di quality management come il Six Sigma (che pure sono il core business di molti degli iscritti), e di outsourcing spinto, osservare il criterio del luogo di produzione quale discriminante per la bontà del prodotto finale può sembrare protezionismo anacronistico, anche se in linea con la consueta politica di indipendenza, neutralità e isolazionismo.
Al mercato l’ardua sentenza.
Fabrizio Bartoloni
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