Roma – La dimensione del messaggio di posta elettronica, il suo mittente, gli indirizzi a cui è inviato e l’orario di spedizione costituiscono il log dell’email degli utenti internet, quel log che i provider svizzeri d’ora in poi dovranno conservare per almeno sei mesi. A disporlo è una legge che è entrata in vigore in Svizzera lo scorso primo aprile.
La novità maggiore, però, è che alle forze dell’ordine non servirà un mandato della magistratura per visionare i dati conservati nei log quando le indagini riguardino casi di abusi su minori o traffico di stupefacenti. Dovranno invece ottenere un mandato per chiedere ai provider di conservare tutta la corrispondenza elettronica di un utente e spedirla alla polizia criminale.
Da segnalare che la vana opposizione dei provider alla legge si è concentrata esclusivamente sugli oneri che questa introduce per i provider stessi. Alcuni fornitori di servizi parlano di oneri molto elevati ed altri minacciano di farli pagare ai propri utenti. Tutto questo comunque non si estende alle università e ai loro network né ai netcafé.
Il bollettino del gruppo per i diritti digitali EDRI segnala che su cryptome.org è disponibile un documento sulle disposizioni tecniche della sorveglianza elettronica in Svizzera.