SWIFT , atto finale: il voto contrario di un comitato del Parlamento Europeo preannuncia quella che potrebbe essere la definitiva capitolazione degli accordi tra Washington e Bruxelles sulla condivisione di dati finanziari dei cittadini del Vecchio Continente. Preoccupati gli States, che minacciano: non ci fate spiare nei conti degli europei? E noi il terrorismo lo combattiamo da soli .
Negli archivi sterminati della Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunications (gestione delle transazioni finanziarie di quasi 8.000 istituti finanziari in 200 paesi diversi), gli Stati Uniti avrebbero infilato mani e orecchie per anni con il beneplacito della UE fino a quando l’accordo segreto non è diventato di pubblico dominio. A quel punto le autorità in difesa della privacy si sono allarmate, e gli States hanno chiesto che l’accordo venisse confermato e si trasformasse in un patto di ferro tra le due sponde dell’Atlantico all’insegna dell’investigazione finanziaria a mani libere.
Ma il piano delle autorità statunitensi si è infranto con l’opinione espressa dal comitato sulle libertà civili del Parlamento Europeo, che a maggioranza (29 contro 23) ha votato per la cancellazione dell’accordo su SWIFT offrendo un parere autorevole capace di influenzare il voto che si svolgerà in Parlamento la prossima settimana.
Naturalmente a Washington la cosa non è stata accolta con grida di giubilo: “Se il Parlamento Europeo capovolge l’accordo, non sono sicuro che le agenzie di Washington decideranno ancora di trattare la questione a livello UE” ha dichiarato l’ambasciatore USA presso l’Unione William Kennard.
Messe alle strette dai parlamentari europei, le autorità statunitensi procederebbero insomma da sole nel contrasto al terrorismo internazionale per cui, secondo quanto da tempo sostengono gli USA, la possibilità di rimestare negli archivi di SWIFT (negli anni “traslocato” dal territorio statunitense a quello europeo) si è sempre rivelata molto importante ai fini delle indagini. Per la ratifica del nuovo accordo si è speso anche il Segretario di Stato Hillary Clinton, che ha chiamato il presidente del Parlamento Europeo Jerzy Buzek e la responsabile degli affari esteri della Commissione Catherine Ashton.
Alfonso Maruccia