Lucerna – Una sala gremita, una giornata di sole in riva a un lago alpino e il consueto irrefrenabile entusiasmo di Jean-Claude Biver: il CEO di TAG Heuer (nonché presidente di LVMH Watch Division, un polo del lusso con le lancette) non fa mancare mai la sua verve quando si tratta di mostrare al pubblico le novità dei marchi che rappresenta, e non si risparmia neppure in questa occasione. Il fenomeno smartwatch è un prodotto che fa gola anche agli orologiai svizzeri , poiché è la chiave di volta per attirare nuovi clienti verso i prodotti meccanici tradizionali. Ed è anche un business che genera profitto: dunque perché non approfittarne?
La seconda versione del TAG Heuer Connected porta il nome di Modular 45 : una definizione che calza a pennello alla novità principale del prodotto, ovvero la possibilità di scegliere giorno per giorno e volta per volta il modulo da utilizzare per segnare l’ora . Di base il Modular 45 viene venduto con una cassa in titanio che contiene un meccanismo smart basato su processore Intel Atom Z3400 , ma chi lo acquista potrà decidere anche di abbinargli un meccanismo tradizionale: sul palco Biver mostra il prestigioso Tourbillon, un cronografo raffinatissimo e decisamente costoso, ma si può optare anche per un più classico orologio automatico con datario. In futuro TAG Heuer proporrà sempre più meccanismi tra cui scegliere, rendendo di fatto il concetto di modulare qualcosa che va oltre la semplice possibilità di cambiare il cinturino.
Anche questo aspetto però non è stato trascurato: in totale tra cinturini, finiture e watch-face (i quadranti dello schermo AMOLED da 1,39 pollici), ci sono circa 4.000 varianti possibili per rendere davvero personale un Modular 45 . Si intuisce che la strategia in questo caso è davvero sottile: offrire un prodotto su misura ai gusti estremamente personali dei millennial , quella fascia di nuovi acquirenti potenziali che magari oggi non hanno nulla al polso ma che possono essere convinti a indossare qualcosa facendo leva proprio sulla scelta e sulle funzioni smart. Se oggi questi consumatori possono diventare clienti TAG per via di Android Wear 2.0, in futuro saranno invogliati a spendere per avere un prestigioso meccanismo di precisione svizzero al polso.
Sul piano tecnico il Modular 45 contiene comunque delle novità: sembra basato su piattaforma Intel, come detto, guadagna una cassa completamente in metallo (titanio), vetro zaffiro e un nuovo schermo AMOLED. La cassa in metallo lo rende decisamente water-resistant, si arriva fino a 50 metri sotto il pelo dell’acqua, ma impone anche un cambiamento significativo della tecnologia wireless a bordo: a Santa Clara hanno dovuto ripensare da zero le antenne di WiFi e Bluetooth (niente connessione 4G), visto che la cassa in metallo rende più complesso trasmettere in entrata e uscita dal terminale. La ricarica avviene sempre attraverso una base su cui appoggiare la cassa, ma sul posteriore si nota la mancanza del lettore del battito cardiaco ormai praticamente onnipresente altrove: la spiegazione ufficiale è che il sistema ottico manca della precisione svizzera a cui i clienti TAG Heuer sono abituati, dunque si è preferito lasciare questa tecnologia fuori dal pacchetto almeno per il momento.
Altra novità interessante è l’adozione di Android Wear 2.0 con tutto ciò che questo comporta (l’aggiornamento ad Android Wear 2.0 arriverà anche per il Connect precedente): il GPS di bordo permette di registrare gli allenamenti senza la necessità di portare con sé lo smartphone, il modulo NFC permette di effettuare pagamenti con Android Pay , e TAG ha anche realizzato una versione personalizzata dell’app nativa Studio che consente di personalizzare il design dell’interfaccia nel dettaglio offrendo un ulteriore aspetto che si adatti ai gusti di chi indossa il Modular 45. L’autonomia è in linea con la maggior parte dei prodotti di questo settore: una giornata lontano dalla presa, con il GPS attivo, e ricarica completa in circa 1 ora.
Il prezzo è il vero parametro per definire questo nuovo Modular 45 di TAG Heuer: 1.600 euro per il prodotto base a cui abbinare, in futuro, la cassa con il meccanismo automatico. Ma il prezzo non è un problema: del Connect precedente sono stati venduti tanti esemplari da superare le attese (e rendere subito profittevole il prodotto), per questa seconda versione modulare l’obiettivo è di “appena” 150.000 pezzi nel 2017. Si tratta di un prodotto di lusso e come tale punta a restare esclusivo : quello che è interessante registrare è l’interesse di un marchio di lusso, appunto, per la tecnologia da portare al polso, con l’evidente intento di restare rilevante in un settore dove ci sono nuovi attori che invece provengono dall’elettronica di consumo. E Intel si unisce a un marchio di prestigio, per presidiare questa nuova categoria che non ha ancora trovato un leader riconosciuto o un formato unico.
Luca Annunziata