Fra le tante notizie provenienti dal vivace ambito dell’intelligenza artificiale, una in particolare potrebbe rivelarsi utile a molti nel quotidiano: si chiama Talk to a Live Representative e, purtroppo, non è ancora possibile metterla alla prova, almeno non da noi. Si tratta di una funzionalità sperimentale, lanciata da Google con una fase di test al momento non accessibile dall’Italia (il nostro paese non è tra quelli abilitati per Search Labs).
Cos’è e come funziona Talk to a Live Representative
Come si può intuire dal nome, si occupa di chiamare il numero di un’azienda in completa autonomia, di interagire con i risponditori automatici e poi di avvisare l’utente quando all’altro capo della telefonata c’è un operatore o un responsabile in carne e ossa. Insomma, evita inutili perdite di tempo, almeno nelle intenzioni (l’efficacia è tutta da verificare). La scoperta è da attribuire all’account @GreenShades9 che l’ha resa nota con un post su X. Eccolo.
#Google Labs added a "Talk to a live representative" experiment that sounds like the excellent "Hold for me" feature of the #GooglePixel.
CC @9to5Google @NexusBen #GoogleLabs pic.twitter.com/GeW8wbAJRN
— Sterling (@GreenShades9) February 15, 2024
I più attenti avranno già notato che si tratta di un sistema molto simile a quello di Hold for Me, annunciato nel 2020 e fino a oggi rimasto un’esclusiva degli smartphone Pixel.
La compatibilità è in questo caso garantita con Android, iOS e computer desktop se la navigazione avviene da Chrome. Chi ha già accesso a Talk to a Live Representative può veder comparire il pulsante “Request a call” dopo aver cercato un numero di assistenza. All’utente è chiesto di specificare il motivo della chiamata.
Come già scritto, al momento si tratta di una funzionalità non disponibile in Italia. Anzi, è un’esclusiva degli Stati Uniti e, stando ai primi feedback raccolti oltreoceano, funziona per le telefonate a società come compagnie aeree, operatori delle telecomunicazioni e assicurazioni.
Non ci sono informazioni in merito alle tempistiche necessarie per assistere a un suo lancio su larga scala. Come per tanti altri progetti sperimentali, non è certo che arrivi a ricevere il via libera definitivo da parte di Google.