La commessa del valore di oltre 500 milioni di euro da parte del Ministero dell’Interno dev’essere assegnata tramite un regolare bando di gara. Lo ha deciso la prima sezione del Tar del Lazio, presieduta dal giudice Lina Sandulli, che ha annullato l’accordo per il rinnovo della convenzione fra il Viminale e Telecom Italia stipulato nel febbraio scorso riguardante il super appalto per i servizi di telefonia fissa e mobile, trasmissione dati, videosorveglianza, 113 e braccialetto elettronico .
I giudici hanno infatti accolto un ricorso presentato nei mesi scorsi dall’avvocato Paolo Stella Richter per conto di Fastweb: nel ricorso si citava una normativa europea che prevede che un servizio di tale portata tecnica ed economica commissionato da un ente pubblico dev’essere assegnato con regolare gara d’appalto. Telecom Italia, invece, avrebbe rinnovato la convenzione col Ministero senza passare per questa procedura.
Il ministero degli Interni – difeso dall’avvocatura generale dello Stato – aveva dichiarato di aver intrapreso la trattativa diretta con Telecom perché un eventuale cambio di fornitore avrebbe rischiato di favorire la circolazione o la diffusione di informazioni coperte da segreto di Stato. Ragione non ritenuta sufficiente da Fastweb (interessata a partecipare alla gara per ottenere la commessa ministeriale) che ha così deciso di ricorrere al Tar.
Diverse le ragioni per le quali i magistrati hanno optato per l’annullamento dell’accordo. Leggendo la sentenza si evince ad esempio che “la tutela dell’interesse di Fastweb a partecipare a una gara regolare, l’effettiva possibilità dell’operatore di ottenere la commessa e i vizi della procedura negoziata” siano ragioni valide. Salvo eventuale contro-ricorso al Consiglio di Stato, ora il Viminale dovrà effettuare una gara vera e propria per assegnare i servizi di comunicazione elettronica.
L’annullamento della convenzione non ha effetto immediato, ma lo stesso è stato prorogato al 31 dicembre 2013 per “non interrompere i delicati servizi oggetto di affidamento e prevedere tempi adeguati per garantire una eventuale migrazione degli stessi ad altro fornitore”.
Cristiano Vaccarella