Tariffe di terminazione, il conto è alla rovescia

Tariffe di terminazione, il conto è alla rovescia

Una delibera AGCOM fissa definitivamente il percorso di abbassamento delle tariffe, scontentando (quasi) tutti. Ma l'Europa potrebbe chiedere anche di più e più in fretta
Una delibera AGCOM fissa definitivamente il percorso di abbassamento delle tariffe, scontentando (quasi) tutti. Ma l'Europa potrebbe chiedere anche di più e più in fretta

Il Consiglio di AGCOM del 17 novembre ha deliberato la decisione finale in merito all’annosa questione della riduzione delle tariffe di terminazione mobile . La richiesta dell’Unione Europea di abbassamento delle tariffe ha una storia lunga e costellata da molti ostacoli. Comprensibilmente, considerando gli interessi coinvolti e le somme in gioco: si tratta di un business di 2,5 miliardi di euro .

Il percorso per l’abbassamento delle tariffe si svolgerà in maniera differenziata a seconda degli operatori e avrà compimento nel corso del 2013 (in anticipo, dunque, rispetto al 2015 prospettato fino a questo momento, ma in ritardo rispetto alle richieste di Bruxelles), quando verranno raggiunte sia la tariffa efficiente (valore risultante dal modello economico denominato Bulric) sia la piena simmetria tariffaria:

– per i tre principali operatori , Tim, Vodafone e Wind, le tariffe sono stabilite rispettivamente in: 2,50 centesimi (di euro al minuto) dal 1 luglio 2012, 1,50 centesimi dal 1 gennaio 2013 e 0,98 centesimi dal 1 luglio 2013 ;
– per H3G , le tariffe sono stabilite in: 3,50 centesimi (di euro al minuto) dal 1 luglio 2012, 1,70 centesimi dal 1 gennaio 2013 e 0,98 centesimi dal 1 luglio 2013 .

Le reazioni alla delibera dell’AGCOM sono state le più diverse. C’è chi pensa che il percorso previsto sia troppo lungo e inizi con eccessivo ritardo : Fastweb si dice “sconcertata” dalla decisione, la quale “è addirittura peggiorativa rispetto alla proposta di maggio scorso, che prevedeva un primo taglio a 4,1 eurocent dal primo gennaio 2012 e che era già stata duramente criticata dalla Commissione Europea perché troppo elevata. Dal primo gennaio 2012 – si legge ancora nel comunicato – le tariffe di terminazione in Francia saranno di 1,5 centesimi di euro, quelle della Gran Bretagna di 1,96, peggiorando il differenziale tra l’ Italia, che è già uno dei paesi con le tariffe di terminazione piu elevate in Europa, e gli altri Paesi membri”.

Dello stesso parere Marco Pierani , responsabile rapporti istituzionali di Altroconsumo: “Vanno bene le riduzioni, ma arrivano tardi: per i primi sei mesi del 2012 continueremo ad avere i prezzi di terminazione più cari in Europa”. Inoltre il valore di 5,3 eurocent in vigore fino al primo abbassamento (1 luglio 2012) è in contrasto con la decisione di Bruxelles, che prevedeva una diminuzione a 4,1 cents dal 1 gennaio 2012.

Anche un’altra associazione dei consumatori, Codacons , si schiera contro la delibera, ma per motivi diversi: “L’Autorità è consapevole del rischio che un taglio drastico potrebbe avere effetti negativi sul mercato, e quindi provocare enormi danni ai consumatori – si legge in una nota – L’Associazione vigilerà affinchè vi sia un reale rispetto della concorrenza e comunica già da ora di essere pronta ad intervenire dinanzi alle Autorità competenti qualora dovessero essere lesi gli interessi e i diritti degli utenti”. Il problema della mancata traduzione dell’abbassamento delle tariffe di terminazione in un beneficio per i consumatori è, in effetti, un punto centrale che viene sollevato anche da Vodafone, la quale fa notare che dal 2005 al 2010 le tariffe sono state dimezzate, ma i corrispondenti prezzi al pubblico sono scesi solo dell’8 per cento.

Vodafone solleva, esprimendo anche quella che sembra essere la posizione di Wind, anche il problema delle probabili ricadute negative che questa decisione avrà sugli investimenti da parte degli operatori mobili e, dunque, per lo sviluppo complessivo del mercato: “Questa decisione mette a rischio gli investimenti e lo sviluppo del settore, nonché la sua capacità di attrarre ingenti investimenti a capitale estero nel Paese. Appare una decisione in contrapposizione agli orientamenti dell’attuale Governo – continua Vodafone – che chiede il coinvolgimento dei capitali privati nella realizzazione di infrastrutture per sostenere la crescita e dare impulso all’attività economica”.

Elsa Pili

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Pubblicato il
18 nov 2011
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