Viene presentato dalla società produttrice come un modo per “difendere te stesso e la tua famiglia dalla distanza”, o come un valido strumento per le forze dell’ordine in grado di salvare vite, impedire ferite e ridurre i costi . Ma al di là degli strilloni pubblicitari, il taser attira su di sé un numero crescente di polemiche. Il weblog One Man’s Blog fa un sunto dei punti oscuri dell’avventura commerciale degli immobilizzatori elettrici, citando video di drammatica oggettività e sollevando parole come tortura, abuso di potere, misura socialmente inaccettabile .
I taser, osserva John P., sono stati sviluppati come un’arma non letale in grado di riportare al pieno controllo situazioni altrimenti pericolose. Ma la realtà dei fatti dice che gli agenti di polizia fanno tutt’altro che usarli come extrema ratio , preferendo piuttosto abusarne per fronteggiare situazioni in cui basterebbe la semplice diplomazia o il “duro lavoro” per spuntarla.
È stato usato un taser per immobilizzare uno studente universitario che non aveva con se l’ID di riconoscimento per poter circolare liberamente nel campus, è stato usato un taser su un ammalato di diabete che aveva chiesto l’intervento di soccorso al 911, è stato usato un taser per bloccare un ragazzino di 11 anni perché, apparentemente, la poliziotta non era in grado di bloccarne la furia (sic!) durante una baruffa con una coetanea. E ancora i taser vanno bene, secondo i bad boys , per mettere a tacere chi protesta e persino per bloccare la “minaccia” di una donna incinta di 8 mesi .
La “taser-mania” che dilaga permette poi di sfatare il mito della sicurezza delle “stun-gun”: in certe condizioni i taser possono uccidere , contrariamente alla definizione “non letale” adoperata con gran pompa da poliziotti e società produttrice, tanto che Amnesty International spinge per la sospensione di ogni uso o consegna di taser sul territorio degli Stati Uniti, con un successivo studio che ne spieghi i reali effetti e prenda atto degli oltre 70 morti che sarebbero caduti sotto i colpi dell’arma pensata per “salvare vite”.
Ed è proprio di queste ore l’ultimo video che sta circolando in rete rilanciato anche da Boing Boing . Il video documenta il tentativo di uno studente universitario di mettere sotto pressione il senatore John Kerry durante un’audizione, tentativo finito malissimo perché il nugolo di poliziotti assiepato alle sue spalle – quasi dovessero scortare un pericoloso criminale pregiudicato – ha immobilizzato ed “elettrizzato” il ragazzo senza giustificazione apparente. Anche in questo caso si è preferito il taser alla diplomazia per il controllo e la soppressione del dissenso (vedi video in calce).
Usare i taser per ridurre alla propria mercé chiunque è sin troppo facile: è ad esempio l’arma prediletta dagli stupratori , che ne hanno fatto già uso per abusare di donne e poi rifarlo ancora e ancora . Ma la polizia non è certo da meno: secondo il blogger John P., la facilità di impiego e la sicura efficacia delle elettrocuzioni ha fatto saltare le normali regole di engagement , l’insieme di norme pensate come vademecum per affrontare situazioni pericolose.
Regole fissate nell’insieme di standard conosciuto come Force Continuum , dice il blogger, che definisce chiaramente la quantità di forza ammissibile in una data situazione. Piuttosto che provare ad adottare i suddetti standard, la polizia statunitense tende, come dimostrano chiaramente i video citati da John P., ad adoperare i taser immediatamente dopo il comando verbale e prima ancora di un qualsiasi tentativo di controllo fisico .
Nonostante questa vera e propria colonna infame ne decreti il pericolo molto poco ipotetico per la società in generale, i taser possono altresì rivelarsi uno strumento utile per fronteggiare situazioni realmente difficili se adoperati da agenti dotati di senno , professionalità e consapevolezza delle responsabilità che derivano dal proprio potere. Ancora due video dimostrano un utilizzo adeguato della stun-gun da parte delle forze dell’ordine: nel primo viene usato un taser per ridurre a più miti consigli un energumeno di 150 chili con troppo alcool in corpo, mentre nel secondo un facinoroso attacca un poliziotto e deve subire diverse scariche prima di convincersi a mettersi a faccia in giù durante un controllo stradale.
Alfonso Maruccia