Se il Bitcoin è sceso rispetto ai massimi di sempre, grossa responsabilità potrebbe averla Joe Biden con alcune dichiarazioni che sembrano mettere nero su bianco le ambizioni già precedentemente palesate durante la campagna elettorale presidenziale. Biden, infatti, intende tassare in modo molto più cospicuo le plusvalenze, togliendo così interesse nella speculazione per spostarlo sulla creazione di valore. L’obiettivo del 46esimo Presidente degli Stati Uniti è riuscire a tassare le maggiori ricchezze, agendo più che altro sulle plusvalenze e sulle grandi aziende per trovare quel tesoretto con cui gli States intendono investire per riforme e infrastrutture.
Biden, tassiamo le plusvalenze sul Bitcoin
Secondo quanto trapelato, Biden andrebbe a tassare le plusvalenze create anche grazie al Bitcoin qualora la moneta venga detenuta per più di un anno. Ciò significherebbe che vecchie prese di posizione, che oggi pagherebbero poco più del 20% su plusvalenze di centinaia di punti percentuali rispetto al valore iniziale, entro pochi mesi potrebbero veder raddoppiata la quota trattenuta dallo Stato. Insomma: potrebbe essere più conveniente vendere subito che non attendere nuovi altisonanti exploit.
Nel giro di breve il valore del Bitcoin è sceso da 65 a 50 mila dollari circa, creando i solidi dubbi e le solite tensioni tra rialzisti e pessimisti. La causa potrebbe essere però ben circostanziata, incidendo pesantemente sulla creazione di ricchezza tramite la semplice speculazione sulle monete virtuali.
In Italia al momento la situazione sembra favorire i piccoli investitori: se i guadagni sono al di sotto dei 51 mila euro e se la moneta viene tenuta per meno di 7 giorni allora non si paga alcunché; in caso contrario la tassazione è quella tradizionale del 26%. Lo status quo è frutto di una vecchia tassazione, addirittura antecedente l’Euro, che fissava il limite a 100 milioni di vecchie lire (51.645,69 euro). Piccoli investimenti mordi e fuggi, con piccole cifre e di breve durata, sono dunque sostanzialmente esentasse; caso diverso è quello di quanti hanno acquistato Bitcoin molto tempo fa e ora aspettano il momento giusto per una exit proficua.
Nel nostro Paese non c’è ancora una presa di posizione fiscale specifica sulle criptovalute, attendendo probabilmente un approccio organico transnazionale che, ad oggi, tiene lontano il Bitcoin dal concetto di “moneta” e lo avvicina di più ad altri strumenti di valore quali l’oro. La natura delle criptovalute è tuttavia ben differente e meriterebbe un approfondimento più puntuale, cosa che gli Stati Uniti stanno per fare alzando notevolmente le barriere sulle plusvalenze.