Il Comitato esecutivo per le reti di nuova generazione ha sottoposto agli operatori di telecomunicazioni riuniti presso il ministero dello Sviluppo economico il programma per la costituzione della società veicolo FiberCo , il soggetto pubblico-privato che dovrà occuparsi della realizzazione delle NGN. Ora gli interessati hanno una settimana per valutarla.
Dopo che era stato sbloccato dal Ministero del Tesoro l’appoggio della cassa depositi e prestiti la newco per la NGN, fase finale del Tavolo Romani per lo sviluppo delle infrastrutture di nuova generazione, e dal momento che era stato già sottoscritto un Memorandum of Understanding da Telecom Italia, Vodafone, Wind, H3G, Tiscali, Fastweb, BT e Fos, la strada che avrebbe dovuto portare alla costituzione della società pubblico-privata sembrava in discesa: tuttavia sono dovuti passare mesi prima che si concretizzassero gli ultimi passaggi del processo di formazione.
L’ultima impasse era costituita daIle dichiarazioni del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabé, che nelle settimane scorse era intervenuto con durezza sul Tavolo Romani , criticando l’intervento diretto del pubblico: tuttavia, in vista dell’avvio dell’annunciata società pubblico-privata che dovrebbe fungere da apripista per l’NGN, il ruolo del pubblico sembrava imprescindibile, anche perché gli operatori alternativi attraverso l’associazione Ecta ( European Competitive Telecommunications Association ) avevano scritto alla Commissione europea dei possibili rischi di monopolio da parte di Telecom sulla rete di nuova generazione con le nuove regole previste da Agcom, dimostrando di temere il possibile ruolo dell’azienda più grande del settore.
La diffidenza di Telecom è stata in parte superata con un accordo che la fa entrare a far parte di FiberCo con la possibilità di esercitare l’opzione di acquisizione una volta esaurito il processo di migrazione degli utenti dal rame alla fibra, con gli azionisti di minoranza che potranno uscire dal capitale. Inoltre a Telecom Italia sarà riconosciuto un indennizzo per singola linea migrata nell’ambito dei progetti FiberCo .
In realtà i piccoli azionisti di Telecom, Asati, hanno protestato per quello che definiscono un intervento “neodirigistico del Tavolo Romani mirato a vincolare le strategie di Telecom Italia” e illegittimo “perché si pone in palese contrasto con primari valori costituzionali, in particolare per quanto concerne l’introduzione di misure fortemente limitative della libertà dell’iniziativa economica”. A non piacere sono dunque i vincoli relativi a tecnologia da seguire e a criteri per lo sviluppo delle infrastrutture.
Ciò tuttavia non basta a fermare la fase finale, e il programma per la costituzione della Newco è stato messo nero su bianco e sottoposto alle telco dal Ministero dello sviluppo economico che ha specificato che “la proposta potrà essere ulteriormente integrata dagli operatori nei prossimi giorni, per essere poi portata all’attenzione del ministro Paolo Romani”. Avranno una settimana di tempo, poi il ministro convocherà i rispettivi amministratori delegati “per mettere in pratica quanto previsto dagli accordi raggiunti”, possibilmente entro il 15 luglio.
La scadenza imposta a FiberCo per la copertura del 50 per cento degli edifici con infrastrutture in fibra è il 2020, ma non potrà intervenire nei Comuni in cui gli operatori coinvolti stanno già portando avanti propri progetti alternativi e in cui dovranno garantire a cinque anni dall’avvio dei lavori la copertura di almeno la metà degli edifici. L’ ultima idea comparsa sul tavolo è quella di una sperimentazione da avviare nei prossimi tre mesi in sei città: una della Lombardia, per coordinare il progetto con l’ iniziativa regionale già avviata sul tema , e le altre città selezionate sulla base di criteri dimensionali, cioè scegliendo tra i comuni di medie dimensioni, e sulla base di programmi regionali (tra le papabili Salerno, che dispone già di una infrastruttura parziale in fibra, e Siracusa).
Claudio Tamburrino