Non è uno sciopero contro UBER, ma poco ci manca: il fermo dei Taxi in tutta Italia è una iniziativa ampia e condivisa da parte di un settore che non ha accettato il DDL Concorrenza e che a più riprese ha tentato di alzare la voce su questo tema. Non uno sciopero contro Uber e piattaforme simili, insomma, ma contro un Governo che ha legiferato in modo da aumentare la concorrenza ponendo tassisti e nuove mobilità in concorrenza diretta.
Lo sciopero indetto nella giornata odierna inquadra il tema proprio nell’equiparazione dei nuovi servizi di mobilità con quello che è un servizio pubblico, sottolineando come non possano valere le stesse regole quando in ballo ci sono presupposti differenti.
Sciopero dei tassisti: ecco perché
Così Claudio Tarlazzi, Segretario Generale Uiltrasporti:
Da troppo tempo chiediamo di portare a termine un percorso iniziato già a partire dal dicembre 2018 nel quale, attraverso diverse interlocuzioni con i vari Governi che si sono succeduti, si doveva determinare una chiara regolamentazione per tutti i vettori presenti nel Trasporto Pubblico non di linea. Questo non è ancora avvenuto, nonostante le molte sollecitazioni fatte dal sindacato e finalizzate a riaprire il tavolo per la definizione dei due decreti attuativi e del DPCM in discussione da oltre due anni e relativi al REN (Registro Elettronico Nazionale), al Foglio Elettronico di servizio e alla regolamentazione delle applicazioni elettroniche (APP).
Continua Marco Verzari, Segretario Nazionale Uiltrasporti:
Al contrario ad aggravare le condizioni di incertezza e di tensione del settore, è intervenuto il recente c.d. DDL Concorrenza che, con i contenuti dell’articolo 8, destruttura di fatto completamente l’attuale impianto normativo del settore ad oggi determinato dalla legge 21/92 con le modifiche intervenute dalla legge 12/19. Il comportamento del governo risulta inaccettabile e i danni che ne conseguono soprattutto per il comparto dei Taxi risultano enormi e gravissimi.
Lo sciopero terminerà questa sera alle ore 22.