All’inizio di aprile il New York City Department of Education ha imposto alle scuole della Grande Mela di abbandonare Zoom come piattaforma per la didattica a distanza. Una decisione presa in conseguenza al moltiplicarsi delle notizie relative a falle e vulnerabilità allora emerse per quanto riguarda la sicurezza e l’affidabilità del servizio. L’occasione perfetta per Microsoft, che ne ha approfittato per spingere l’utilizzo di Teams nel contesto formativo.
NY e didattica a distanza: il ban di Zoom e la crescita di Teams
Stando a quanto riportato oggi sulle pagine del Wall Street Journal subito dopo l’annuncio il gruppo di Redmond ha delegato a un team di 50 dipendenti il compito di entrare in contatto con insegnanti e amministratori nell’area newyorkese spingendoli verso il passaggio a Teams, introducendo persino funzionalità inedite con l’obiettivo di convincerli: dalla possibilità di visualizzare più utenti in contemporanea sullo schermo fino a una caratteristica pensata per “alzare la mano” virtualmente e chiedere la possibilità di intervenire durante la lezione. Un mese dopo erano circa 110.000 gli utenti acquisiti.
Teams è uno dei servizi che di recente hanno maggiormente beneficiato della corsa all’adozione di soluzioni per lo smart working, la didattica a distanza e la comunicazione o collaborazione da remoto. Oltre al già citato Zoom ci sono anche Google Meet, Webex di Cisco, Slack e Jitsi Meet solo per fare alcuni esempi.
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Tutte le software house impegnate su queste piattaforme hanno intensificato i propri sforzi al fine di migliorarne la qualità, andando a soddisfare le esigenze di chi ritrovatosi all’improvviso bloccato a domicilio per via della crisi sanitaria ha avuto bisogno di uno strumento versatile per lavorare o studiare dalla scrivania di casa.