Tonnellate di vecchi cellulari, monitor CRT, stampanti pronte per la pensione. Chi si ritrova con questa roba in giro per casa ha due chance: buttarle nella spazzatura , contribuendo ad inquinare il pianeta, oppure provare a rivenderle. Difficile, tuttavia, piazzare un blocco DRAM da 64MB; e chi è che vorrebbe un iPod Mini, quando c’è in giro il Nano di terza generazione?
Ci vorrebbe, invece, qualcuno abbastanza pazzo da pagare per la tecno-spazzatura : negli USA, a quanto pare , ce ne sono almeno un paio. Si chiamano NEW e TechForward , e sono due aziende che si occupano di riciclaggio e smaltimento di rottami elettronici.
Se nel primo caso si tratta di un marchio già noto, che si occupa di offrire estensioni di garanzia per due colossi come Wal-Mart e Best Buy, nel secondo c’è una startup losangelina carica di buone intenzioni. Il meccanismo dell’offerta TechForward è semplice: all’atto dell’acquisto di un prodotto viene richiesto un contributo economico aggiuntivo. Ad esempio, per un iPod Nano ultimo modello bisogna aggiungere 9 dollari al totale: in cambio, TechForward garantisce al consumatore il riacquisto del bene entro 24 mesi, a prezzi prefissati.
L’iPod varrà 30 dollari fino a 52 settimane dopo l’acquisto, 20 entro 70 settimane, soltanto 10 dollari se rimandato indietro dalla 71sima alla 104sima settimana. Il tutto è valido per prodotti in buone condizioni e funzionanti. Il ricavo per il consumatore non è eccezionale, ma il servizio comprende costi per l’imballaggio e la spedizione, e la certezza che il prodotto venga smaltito in modo corretto. Lo stesso è possibile per notebook, stampanti, sistemi GPS, televisori e persino lettori DVD e computer desktop: a seconda di marca e caratteristiche, il valore del prodotto cambierà nel tempo.
Il servizio di NEW è invece leggermente diverso: non è richiesta alcuna tassa di ingresso e il valore attribuito al prodotto viene calcolato in base all’attuale prezzo di mercato . Le categorie merceologiche sono pressoché le stesse, anche se i prodotti più vecchi potrebbero non garantire alcun bonus economico. Per usufruire dell’offerta, poi, i consumatori potranno rivolgersi direttamente ai punti vendita – sempre che abbiano aderito al programma ecoNEW che sarà lanciato in primavera.
Anche in questo caso, NEW si occuperà di smaltire correttamente il prodotto. Un po’ come fanno alcune grosse aziende, soprattutto dopo che Greenpeace ha iniziato a pungolarle periodicamente sui rischi legati all’e-waste . L’alternativa è quella di piazzare la merce sul mercato dell’usato, nei paesi occidentali o in quelli in via di sviluppo .
Luca Annunziata