Si chiama Innova per l’Italia l’iniziativa rivolta ad aziende, università, enti pubblici, centri di ricerca, privati, associazioni, cooperative, consorzi, fondazioni e istituti che attraverso le proprie tecnologie sono in grado di fornire un contributo legato alla produzione e al reperimento di dispositivi e misure per la prevenzione, la diagnostica e il monitoraggio nel contenimento e nel contrasto del coronavirus.
Innova per l’Italia: la call
Ad annunciare il progetto nel fine settimana sono stati MISE (Ministero dello Sviluppo Economico), MID (Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione) e MIUR (Ministero dell’Università e della Ricerca) in collaborazione con Invitalia, a sostegno della struttura gestita dal commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri. I contributi forniti sono destinati a tre ambiti:
- reperimento, innovazione o riconversione industriale dei processi per accrescere la disponibilità di dispositivi di protezione individuale (in particolare mascherine chirurgiche) e la produzione dei sistemi complessi dei respiratori per il trattamento delle sindromi respiratorie (inclusi singoli componenti);
- reperimento di kit o tecnologie che facilitino la diagnosi di COVID-19, ovvero tamponi ed elementi accessori o altri strumenti per la diagnosi facilitata e veloce, nel rispetto degli standard di affidabilità richiesta;
- tecnologie e strumenti che, nel rispetto della normativa vigente, consentano o facilitino il monitoraggio e la prevenzione di COVID-19.
Chi è interessato ad aderire trova tutte le informazioni da conoscere su una pagina dedicata pubblicata dal sito del MID che ospita anche il modulo da compilare.
C’è bisogno dell’impegno di tutti, perché l’innovazione tecnologica può essere la leva per rispondere velocemente a una situazione di crisi che impatta il nostro paese in maniera drammatica.
Tra i requisiti per la partecipazione, uno in particolare che ci sentiamo di sottolineare: “la descrizione dell’intervento non sia redatta in tono promozionale”. In questo momento c’è bisogno di molto, ma certamente non di chi vuol far leva sull’emergenza coronavirus per promuovere un proprio prodotto o servizio.