Loon non è più un moonshot, non è più solo il frutto di uno slancio visionario del laboratorio X guidato da Astro Teller. Il progetto è evoluto tanto da divenire una realtà commerciale che dopo aver firmato un accordo per portare la connettività nelle zone più remote del Kenya oggi è protagonista di una nuova partnership siglata con la canadese Telesat.
Loon e Telesat
La collaborazione non prevede la fornitura di palloni aerostatici, ma la concessione di una licenza per l’utilizzo del software che la squadra ha sviluppato nel corso degli anni proprio per gestire il loro posizionamento e funzionamento nella stratosfera, a circa 20 Km dal suolo. Una soluzione di tipo Temporal-Spatial SDN (Software-Defined Network), messa a punto grazie anche al contributo di Brian Barritt, ex ricercatore NASA dal 2014 al servizio di Google, progettata per analizzare in tempo reale il movimento dei nodi che costituiscono la rete celeste di Loon, legato a fattori non sempre prevedibili come le condizioni meteo o le correnti in quota. L’architettura che ne risulta è stata battezzata Minkowski, in omaggio al matematico Hermann Minkowski che tradusse la teoria della relatività di Einstein in una rappresentazione geometrica di spazio e tempo.
I satelliti LEO
Telesat impiegherà la tecnologia per gestire il network di satelliti LEO (Low Earth Orbit) dotati di moduli in grado di erogare connettività LTE. A differenza dei palloni di Loon, si troveranno però ben più lontani dalla terra, fino a 100 volte.
I destinatari del segnale non saranno almeno in un primo momento gli utenti comuni. L’azienda canadese ha intenzione di destinare il servizio alle zone rurali del pianeta non ancora raggiunte da reti fisse o mobile, così come per rispondere a esigenze particolari, ad esempio per abilitare l’accesso a Internet alle piattaforme che si trovano in mezzo all’oceano. Tra gli obiettivi anche quello di servire i passeggeri degli aerei mentre questi si trovano in volo.
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Ciò che fa il software di Loon è proprio esaminare tutte le variabili in gioco all’interno di un sistema dove ogni parte della comunicazione si sposta di continuo (sia le utenze al suolo sia i satelliti in orbita), ottimizzando lo scambio di informazioni tra i nodi che compongono il network e di conseguenza migliorando la qualità del segnale. Il comunicato relativo alla partnership parla di performance tali da poter eguagliare quelle di una tradizionale connessione cablata in fibra.