L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato punta Telecom Italia: la più grande telco italiana è stata denunciata da Fastweb e Wind e di conseguenza l’antitrust ha aperto un’ indagine per violazione dell’articolo 102 del TFUE (Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea).
Secondo l’accusa Telecom avrebbe innanzitutto cercato di escludere i concorrenti ostacolando e ritardando in modo strumentale le attivazioni di servizi all’ingrosso richiesti dagli operatori concorrenti. Maggiormente interessati al così detto “boicottaggio tecnico” (questa la definizione nella denuncia di Wind) sarebbero stati gli utenti interessati a passare a un altro operatore: nel momento della richiesta di passaggio Telecom in alcuni casi avrebbe rallentato o ostacolato la procedura di nuova attivazione adducendo “motivazioni tecniche o burocratiche” poi rivelatesi pretestuose o infondate .
Come prova del fatto, dice l’accusa, l’elevato numero di rifiuti di attivazione rispetto al totale delle richieste. E il fatto che, ad una successiva analisi di Wind, in molti casi si sarebbero rivelate ingiustificate. “Wind ha effettuato un’analisi delle causali tecniche di tutti i rifiuti al fine di dimostrare come alcuni di essi abbiano giustificazioni pretestuose mentre altri riflettano l’uso scorretto di causali il cui utilizzo dovrebbe essere circoscritto a precisi eventi”, si legge nell’istruttoria. “In altri casi, infine, Wind sostiene che alcuni rifiuti derivino dalla mancata o incompleta implementazione da parte di Telecom Italia di procedure e controlli che, ove fossero stati effettuati, avrebbero condotto all’immediata attivazione dei servizi”.
Tra le causali più gettonate “cliente irreperibile” o “rinuncia cliente”, usate, secondo Wind, ogni qual volta fosse stato necessario, nel corso dell’attivazione, contattare il cliente stesso.
Inoltre Telecom avrebbe abusato della sua posizione dominante attuando politiche di prezzo particolarmente aggressive nelle aree dove i concorrenti devono accedere alla Rete tramite unbundling , cioè l’affitto dell’ultimo miglio: con sconti elevati (dal 33 al 69 per cento) rispetto ai listini ufficiali e anche ai prezzi praticati dalla stessa Telecom nelle aree meno esposte alla concorrenza, e a prezzi inferiori ai costi sostenuti all’ingrosso dai concorrenti per l’ unbundling . In un caso, addirittura , a prezzi inferiori anche “ai soli costi di rete” nel momento in cui doveva proporre un’offerta al Comune di Firenze.
Telecom avrebbe in questo modo ostacolato sensibilmente gli operatori alternativi soprattutto nell’offerta di servizi alla clientela finale, con evidenti ripercussioni negative anche per quest’ultima. Tanto che il Codacons “appoggia pienamente l’azione dell’Antitrust” e auspica , qualora vengano accertati illeciti, pesanti sanzioni e la possibilità per gli utenti di chiedere eventuali rimborsi.
Già avviate le prime ispezioni , effettuate dall’Agcom in collaborazione con le Unità Speciali della Guardia di Finanza. Da parte sua, Telecom Italia ha fatto sapere di aver intenzione di collaborare con l’autorità “per fornire tutta la documentazione e le informazioni necessarie allo svolgimento dell’istruttoria e dimostrare la totale infondatezza delle lamentele su presunti comportamenti illegittimi avanzate da operatori alternativi”.
Claudio Tamburrino