La disabilitazione delle numerazioni telefoniche “a valore aggiunto”, introdotta da Telecom Italia in seguito alle numerose esortazioni degli utenti e, in ultimo, dell’ Authority TLC , è un provvedimento visto con favore dalle associazioni di consumatori . Il Movimento Difesa del Cittadino però protesta: l’incumbent ha disposto il blocco, ma pretende di riscuotere integralmente le bollette gonfiate, minacciando di tagliare i fili del telefono agli utenti che non pagheranno.
L’azienda, spiega MDC, “proprio in questi giorni sta facendo pervenire, agli utenti che avevano contestato le bollette, lettere di diffida al pagamento sotto minaccia del distacco della linea”. Il che genera una situazione paradossale, secondo Francesco Luongo, responsabile del Dipartimento TLC dell’associazione, che precisa: “Da un lato l’Autorità Garante per le Comunicazioni ha stabilito per tutti gli operatori di telefonia fissa la disponibilità dal 31 marzo 2008 del cosiddetto sbarramento selettivo di chiamata per garantire gli utenti, dall’altra l’azienda anticipa al 26 quanto stabilito dall’Autorità, ma nel frattempo diffida gli utenti che hanno reclamato al pagamento di somme e inoltre continua a mantenere congelate le migliaia di conciliazioni inerenti numerazioni satellitari”.
La vicenda, a ben vedere, è un paradosso nel paradosso: il servizio di disabilitazione per i servizi a sovrapprezzo ora disponibile agli utenti è stato imposto dall’Authority per frenare un fenomeno dannoso per i consumatori ed evitare loro ulteriori rischi. Di fatto, però, non ha formalmente stabilito l’illiceità degli addebiti fatturati finora dalla compagnia telefonica per telefonate verso numerazioni 899 e satellitari e pertanto, ad oggi, non esiste un provvedimento regolatorio che definisca univocamente illegittima la richiesta di pagamento, da parte di Telecom Italia, di tali importi gonfiabolletta .
Per questo motivo, MDC chiede un intervento d’urgenza all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, “affinché le proprie disposizioni non siano aggirate da comportamenti vessatori e ingiustificati delle aziende”.
Dario Bonacina