Dopo aver incassato gli applausi dell’Autorità TLC e un sostanziale ottimismo dagli operatori, Telecom Italia ora può vantare anche un via libera con riserva dagli utenti dell’associazione Anti Digital Divide , da sempre in prima linea nel denunciare le mancanze dell’incumbent e le difficoltà sul fronte della banda larga. Un via libera che riguarda, naturalmente, la scelta Open Access con cui Telecom sta apparentemente cercando di venire incontro alle pressanti richieste di operatori e autorità di vigilanza.
“Niente scorporo – spiega ADD – ma stavolta non sembra male la soluzione”.
“Telecom Italia – continua l’associazione – lungi dall’accettare l’idea di lasciare completamente la propria rete ad entità indipendente, ha ben pensato di trovare una soluzione che faccia contenti (quasi) tutti. Open Access, così chiamata, è in realtà una divisione che si occuperà specificamente della rete di accesso: l’incumbent dichiara che questa riorganizzazione è necessaria per Aumentare l’efficienza, garantire maggiore trasparenza e servire meglio i nostri clienti .”
A detta di ADD, dunque, “avremo garanzia di parità di trattamento nella vendita all’ingrosso per tutti gli operatori, ma anche migliori rapporti tra utenti e l’incumbent in particolare nel risolvere in maniera più rapida e trasparente i problemi relativi a disservizi e controversie”.
Tutto bello? Sì, se non che, si chiede ADD, “la normativa vigente non obbligava già a garantire la parità di trattamento e tutto il resto? A quanto pare le precedenti divisioni interne a Telecom, ad esempio la divisione contabile tra area commerciale e area rete-servizi, non hanno prodotto molti risultati in merito all’apertura del mercato, basti pensare alle continue violazioni riscontrate in questi anni con conseguenti denunce. Insomma, crogioliamoci in un bel brodo di giuggiole per questa gentile concessione di diritti che dovrebbero essere dovuti”.
ADD comunque apprezza “questo sforzo dell’incumbent” e sottolinea come il principio di equità di accesso alla rete tra operatori e la stessa Telecom sia il principio a cui ADD punta da anni “come necessità primaria per aprire realmente il mercato a banda larga italiano”. L’Associazione applaude anche la scelta di Agcom di controllo sull’attività della nuova divisione di Telecom e sul fatto “che tale controllo sia fatta da una entità separata ed autonoma”.
“Per una volta – continua l’Associazione – sembra proprio che tutto vada nella giusta direzione ma, dato che italiani siamo e gli italiani conosciamo, tra le promesse/proposte e i dati di fatto intercorre sempre una grandissima quantità d’acqua. Possiamo sforzarci e credere che si nomineranno dei consiglieri veramente indipendenti non come quelli che si sono resi più volte protagonisti di dichiarazioni non proprio “indipendenti”. Speriamo vivamente, con tutto il rispetto per l’autorità delle comunicazioni, che la nuova entità di controllo non rispecchi assolutamente la struttura dell’autorithy stessa; piuttosto che sia formata da persone in primo luogo lontane dalle logiche e dagli interessi di mercato dell’incumbent stesso: il controllato non può essere anche controllore di se stesso, per ovvie ragioni di chiarezza”.
“A parte queste preoccupazioni che immaginiamo possano essere condivise e ragionevoli – continua ADD – un plauso va comunque a Telecom Italia per la decisione e un augurio che questo porti ad un miglioramento della situazione del mercato italiano.
Telecom stima di vedere i primi risultati della nuova divisione fra 8 mesi. Vista la situazione di ritardo in cui si trova l’Italia per quanto riguarda l’apertura del mercato e per il rapporto qualità-prezzo dei servizio (da non dimenticare i 10 milioni di utenti non raggiunti dalla banda larga) non possiamo più permetterci di perdere tempo e speriamo che questa formula, che sembra andare nella giusta direzione, si riveli vincente”.