Una riunione durata circa quattro sintetizzata in un comunicato di cinque righe, in cui il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia ha illustrato “le risultanze dei contatti intercorsi con Hutchison Whampoa in merito alla possibile operazione di integrazione con 3 Italia”. Sotto la presidenza di Franco Bernabè, il CdA della telco tricolore ha concluso così, ai limiti del sibillino: “in base alla relazione del management sulla conclusione del confronto con la controparte, il Cda ha preso atto che, allo stato, non ci sono gli elementi necessari per avviare un negoziato”.
La relazione asiatica di Telecom Italia pare non si coronerà in alcuna cerimonia, dopo che i vertici del gruppo Hutchison Whampoa avevano presentato una proposta che avrebbe trasformato la stessa holding cinese nel nuovo azionista di riferimento con una quota del 29,9 per cento . Alla metà dello scorso aprile, l’ incumbent del Belpaese aveva annunciato l’istituzione di un comitato, ad affiancare il suo presidente esecutivo, per verificare entro tempi ristretti l’interesse della società alla prosecuzione del percorso.
“Non ci sono le garanzie di portare una proposta accettabile al nostro azionista”, ha dichiarato un portavoce di H3G alla stampa italiana. Nel parere degli analisti, Telecom Italia dovrebbe presto trovare investitori per portare avanti il consolidamento di un settore minacciato da una forte decrescita dei prezzi. Stando alle ultime indiscrezioni vi sarebbe l’interesse di grandi società estere come la spagnola Telefonica – che è già nella telco – la tedesca Deutsche Telekom o la statunitense AT&T.
In un comunicato diramato dall’Associazione Azionisti Telecom Italia (ASATI) si lamenta che “la società ha fatto fronte a pesanti impegni finanziari, fiscali e normativi (decine di miliardi di euro) che sono stati scaricati sugli azionisti e sui dipendenti. Ne hanno beneficiato di contro le banche, lo Stato e i clienti (con politiche di prezzo non sempre adeguate). È urgente una svolta decisiva per recuperare credibilità e fiducia attraverso il rafforzamento patrimoniale e l’adozione di misure che rendano contendibile l’azienda anche sotto l’aspetto della governance “.
Mauro Vecchio