Contratti di solidarietà e prepensionamenti saranno i dispositivi con cui Telecom Italia scongiurerà il licenziamento dei dipendenti ritenuti in esubero e la societarizzazione della divisione Caring: l’ intesa di settembre siglata con i sindacati di fronte al Ministero dello Sviluppo Economico si è tradotto in un piano dettagliato che consentirà di mantenere nell’azienda 2600 dipendenti.
Dopo gli accordi sulla mobilità volontaria per 330 dipendenti formati alla fine si settembre, Telecom ha reso noto che gestirà soprattutto con la solidarietà difensiva prevista dal Jobs Act “le eccedenze di personale emerse nel corso dell’analisi effettuata dall’azienda e dovute ai processi di razionalizzazione che stanno riguardando tutte le società operanti nel mondo delle tlc”. Saranno 30.400 i dipendenti dell’azienda che, sulla base del contratto di solidarietà, si vedranno ridurre l’orario di lavoro dell’8,85 per cento (23 giorni l’anno): il contratto, valido a partire dal 4 gennaio, potrà essere esteso per altri 12 mesi previo accordo fra le parti.
Per ammorbidire l’impatto dei tagli all’orario lavorativo e di conseguenza allo stipendio, compensati solo in parte dal contributo INPS, Telecom ha previsto la possibilità di fruire di prestiti aziendali a tassi di interesse agevolati. Allo scadere del contratto di solidarietà, l’azienda assegnerà ai dipendenti una somma una tantum proporzionata al livello di inquadramento a titolo premiale.
I prepensionamenti volontari previsti dall’articolo 4 della Legge Fornero saranno l’altro dispositivo adottato da Telecom per ridimensionare la razionalizzazione paventata: coloro che al 31 dicembre avranno maturato i requisiti minimi per il pensionamento entro i successivi 4 anni potranno lasciare il posto di lavoro, ricevendo tramite l’INPS l’importo del trattamento pensionistico mensile maturato al momento dell’uscita con i relativi i contributi previdenziali per i successivi quattro anni.
Gaia Bottà