Scorporo della rete e fusione con 3 Italia, temi caldissimi per il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia in una riunione durata oltre sei ore. Sul tavolo, la proposta d’integrazione presentata all’incumbent tricolore dal gruppo guidato dal magnate cinese Li Ka-Shing, che potrebbe portare H3G a diventare un nuovo azionista di riferimento .
Stando alle prime indiscrezioni pubblicate dal quotidiano romano Il Messaggero , la holding asiatica Hutchison Whampoa punta a conquistare una quota pari al 29,9 per cento di Telecom Italia, a partire da una valutazione azionaria fissata a 1,2 euro . Dopo una serie di svalutazioni, questo il prezzo attuale di carico dei soci Telco (la holding che controlla il 22,45 per cento del gruppo): praticamente il doppio delle quotazioni attuali.
“Il management ha riferito dei contatti preliminari intervenuti con 3 Italia e il suo azionista di controllo Hutchison Whampoa relativi a un percorso di integrazione di 3 Italia in Telecom Italia – si legge in una nota diramata dal CdA della telco del Belpaese – eventualmente mediante conferimento o fusione per incorporazione, che il gruppo Hutchison Whampoa ha condizionato, tra l’altro, all’acquisizione di un’ulteriore quota azionaria in Telecom Italia, tale da farne l’azionista di riferimento della società”.
Dal momento che la proposta cinese coinvolge l’intero azionariato di Telecom Italia, è stata decisa l’istituzione di un comitato ad affiancare il presidente esecutivo Franco Bernabé per “verificare entro tempi ristretti l’interesse della società alla prosecuzione del percorso”. Di questo comitato faranno parte il presidente di Assicurazioni Generali Gabriele Galateri, Julio Linares per conto di Telefonica, il presidente del comitato controlli interni Elio Catania (indipendente, in quota Intesa-Sanpaolo) e il consigliere indipendente espresso dal mercato Luigi Zingales.
L’eventuale fusione con 3 Italia potrebbe risultare fortemente condizionata da numerosi fattori esterni, a partire dalla golden share controllata dal Tesoro, in uno stallo istituzionale che non sembra trovare il bandolo della matassa. Da non dimenticare la possibile questione legata all’antitrust, subordinata ai vincoli sulle quote di mercato possedute dalle diverse compagnie telefoniche. Insieme, Telecom e 3 Italia andrebbero a raggiungere una fetta del 45 per cento, scavalcando le norme nazionali ed europee .
Scettici sulla fattibilità, oltre che sulla creazione di valore in caso di accordo, gli analisti di Ubs hanno sottolineato come “la visibilità sulla strategia di Telecom Italia e sul potenziale esito delle negoziazioni in corso rimanga molto bassa. Siamo scettici sulla fattibilità dell’operazione di fusione con 3 Italia tra ostacoli politici e di antitrust”. Perplessità anche sulle attuali sorti finanziarie dell’operatore asiatico, che finora ha perso oltre 500 milioni di euro .
In parallelo , su proposta di Bernabé, Telecom ha ribadito di voler proseguire sul sentiero che porta al cosiddetto scorporo della rete, chiedendo al management di formulare una valutazione economica del tratto di rete che si vorrebbe conferire alla newco che ancora non è stata presentata al CdA . È stato così “deliberato di dare mandato al management a definire il percorso operativo di fattibilità per la separazione della rete di accesso”.
Mauro Vecchio